Ricordiamo che le “6 giorni” sono la massima espressione del ciclismo su pista, sono gli eventi per eccellenza che richiamano nei velodromo i migliori atleti del panorama internazionale; riportare una “6 giorni” a Pordenone avrebbe una ripercussione sportiva e mediatica senza precedenti.
“Siamo riusciti a crescere anno dopo anno tutti insieme, grazie a questo gruppo di lavoro meraviglioso” ha affermato nel suo intervento Eliana Bastianel, presidente degli Amici della Pista, “un gruppo di volontari che si impegnano tutto l’anno e lavorano in maniera professionale. Un grazie doveroso va anche a tutti gli enti territoriali, il Comune di Pordenone e la regione Friuli Venezia Giulia, e a tutti gli sponsor privati che ci sostengono anno dopo anno senza i quali nulla sarebbe possibile”.
Gli Amici della Pista hanno voluto lanciare, durante la serata, un altro progetto nazionale, ovvero quello di fare del centro pista di Pordenone il centro di riferimento derny e stayer di tutta Italia. “E’ un progetto di cui sono lusingato” ha detto Christian Dagnoni, vice presidente del comitato Lombardia e responsabile nazionale dei derny “con Eliana e Bruno abbiamo già preso degli accordi e nel giro di poco tempo cominceremo a trasferire le moto a Pordenone, impegnandomi in prima persona a formare i nuovi peacer (così chiamati nel gergo i piloti delle moto)”
Insomma grandi novità in vista per la prossima stagione e per i prossimi anni. Progetti che però vivono sempre con un incognita che grava sul velodromo, sugli atleti e sullo spettacolo, ovvero la copertura dell’impianto.
“Il velodromo O. Bottecchia è un impianto all’avanguardia ed è il fiore all’occhiello della nostra città” ha detto Walter De Bortoli, assessore allo sport del Comune di Pordenone “e vogliamo che questo impianto sia sfruttato 12 mesi all’anno. Non possiamo permettere che gli sforzi degli Amici della Pista siano resi vani per colpa della pioggia.”
Parole che sono state riprese da Giancarlo Caliman, rappresentate del CONI, il quale sostiene la causa da anni e ha dichiarato che “un impianto del genere, se coperto, sarebbe sfruttabile da tutti gli sportivi e da tutte le famiglie che voglio far allenare i loro figli in piena sicurezza tra le porte del velodromo, togliendoli dalle strade sempre più trafficate”.
La notizia delle ultime ore, poi, che il velodromo di Montichiari dovrà essere chiuso per lavori, costringendo la nazionale italiana ad emigrare in Svizzera per potersi allenare, deve fare pensare le istituzioni che hanno il potere di stanziare i fondi per realizzare i progetti di copertura. L’impianto del Bottecchia non ha la distanza olimpica (che è di 250mt) ma è un velodromo rimesso a nuovo pronto all’uso per permettere agli atleti di essere sfruttato. Vi immaginate far venire Ganna e compagni a Pordenone per poi rimandarli a casa perché piove e non possono allenarsi?
“Il progetto di copertura è ambizioso e sicuramente necessario” ha ribadito Ivo Moras, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, “sarà mia premura e impegno portare la vostra richiesta direttamente ai piani alti affinché possa essere valutata il più velocemente possibile”.
Ospiti della serata anche Cristina Amirante, assessore alla mobilità del Comune di Pordenone, Roberto Amadio, team manager della Federazione Ciclistica Italiana, Cordiano Dagnoni, presidente della FCI non presente alla serata ma che ha voluto comunque salutare i presenti in collegamento telefonico, Manlio Moro, atleta cresciuto nel velodromo e reduce dalla recente spedizione azzurra dei mondiali su pista, e Gianni Bugno, ospite d’onore a coronamento di una serata di grande spessore.
Ringraziamento sentito e doveroso va a tutti i ragazzi del Centro Turistico Alberghiero IAL di Aviano, alla coordinatrice Tania Della Libera e al maitre Fabio Pezzella, che con la loro presenza alla cena sociale hanno reso un servizio al tavolo serio e professionale.
Appuntamento al 2022 per una stagione ancor più ricca di eventi e novità.
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