LONGO BORGHINI. «SONO QUI PER AIUTARE LA NAZIONALE»

MONDIALI | 25/09/2021 | 08:10
di Francesca Monzone

Elisa Longo Borghini in questo Mondiale vuole fare bene e sa che non sara facile ottenere il risultato, perché il percorso sarà duro e le avversarie molto forti. «È un percorso da non sottovalutare, sembra semplice ma non è così. Ci saranno due circuiti, uno con due strappi in pavè importanti e l’altro molto tecnico con diverse curve».


Sarà un percorso insidioso, reso ancora più difficile dalla lunghezza, perché le ragazze dovranno correre per quasi 160 km. «Per me le avversarie saranno principalmente le olandesi ma anche Germania e Stati Uniti possono dire la loro, ma anche delle individualità nella Polonia e Gran Bretagna potrebbero essere un pericolo. Secondo me, ci saranno delle sorprese».


Elisa Longo Borghini sta bene, i risultati in questa stagione non sono mancati, ma in questa gara sarà l’atleta che controllerà la corsa. «Io sono in una buona condizione e sono in supporto alla mia nazionale. Marta Cavalli ed Elisa Balsamo potrebbero giocarsi la vittoria e il mio compito sarà quello di controllare nel gruppo. Naturalmente se dovessi trovarmi davanti cercherò di fare la mia corsa, ma io sono qui per essere di aiuto alla squadra».

Le azzurre sono sempre state molto unite e questo è sempre stato un valore aggiunto per la squadra che, anche da non favorita, è riuscita a sorprendere le avversarie. «Siamo un gruppo molto affiatato con innesti giovani e lavoriamo molto bene insieme e il fatto che siamo unite è un fattore che ci ha sempre contraddistinto e che in gara ci ha sempre aiutato».

Dopo il COVID il pubblico è tornato a fare il tifo sul bordo delle strade. Il Belgio è la patria del ciclismo e tra i tanti adulti a vedere le gare, ci sono anche i bambini accompagnati dalle loro maestre. «Il clima qui è molto particolare ed è stato bellissimo vedere le scolaresche accompagnate dalle insegnanti a vedere la ricognizione del percorso. Anche da noi succedeva, quando chiudevano le scuole per il passaggio del Giro d’Italia e penso che lo sport sia anche cultura e sarebbe bello che anche inn Italia fosse così».

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