Un male terribile si è portato via a soli 36 anni Fabio Taborre. Professionista dal 2009 al 2015, il corridore abruzzese ha perso la battaglia contro la malattia. I suoi amici, quelli che hanno condiviso con lui la passione del ciclismo, lo avevano visto per l’ultima volta, tutti insieme, un paio di settimane fa. E ora quella cena ha il sapore di un triste addio, di un abbraccio affettuoso prima della fine.
Taborre da qualche anno viveva a Cappelle sul Tavo. «Era come un fratello più piccolo - ha raccontato Alessandro Spezialetti, oggi tecnico della Androni, al quotifiano Il Centro -. Chiedeva e ascoltava i miei consigli, quelli di Danilo Di Luca e di Ruggero Marzoli, si affidava, era rispettoso. Era un buon ciclista, ha fatto del suo meglio e si è tolto delle belle soddisfazioni, anche se esternava poco le sue emozioni quando si affermava. Un ragazzo bravissimo, tranquillo, lo ricordo con la maglia bianca dell’Acqua e Sapone nel 2012». L’anno prima, il 2011, era stato quello delle grandi affermazioni, quando Taborre aveva vinto il Gran Premio Città di Camaiore e il Memorial Marco Pantani, sempre con l’Aqua e Sapone.
Il giovane abruzzese col mito di Pantani ha debuttato nel ciclismo professionistico nel 2008 con la Diquigiovanni e ha corso, oltre che con l’Acqua e Sapone, con Vini Fantini e Neri Sottoli prima di tornare al team di Savio, divenuto nel frattempo Androni.
«Aveva passioni, numeri e classe», commenta il direttore sportivo Stefano Giuliani, abruzzzese come lui: «Faceva il duro, attaccava per non essere attaccato. Ma era un ragazzo molto sensibile che nascondeva la propria sensibilità. Appariva estroso, oltre ad essere stato un bel corridore, che si è tolto belle soddisfazioni, vincendo belle gare. Non ci sono parole».
Da professionista Taborre aveva ottenuto tre vittorie: Memorial Pantani e Gp Camaiore nel 2011, una tappa del Giro d’Austria nel 2012. Aveva participato due volte al Giro d’Italia e disputato 10 classiche monumento: 4 Sanremo, 4 Lombardia, 1 Fiandre e 1 Roubaix.
Taborre lascia i genitori, Silvana e Marco.