Erano meglio i crampi. Ora Alberto Bettiol si trova ancora una volta davanti ad una malattia subdola che lo costringe e tirare su il piede dall’acceleratore e a fermarsi. Lo scrive questa mattina Ciro Scognamiglio su “La Gazzetta dello Sport”.
Lo avevamo lasciato all’Olimpiade giapponese: 14° nella prova in linea (frenato dai crampi quando si trovava ancora nel gruppo dei migliori) del 24 luglio, 11° nella cronometro di quattro giorni dopo. Il desiderio di rifarsi, sia agli Europei che ai mondiali. Il suo nome tra i convocati non ci sarà, è già sicuro. «Devo fermarmi, per quest’anno credo proprio che non correrò più — rivela alla Gazzetta il 27enne fiorentino della Ef-Nippo, re del Giro delle Fiandre 2019 e vincitore della tappa di Stradella al Giro 2021—. Nel dopo-Olimpiade sono andato ad allenarmi a Livigno ma l’infiammazione acuta al colon che avevo già avuto nello scorso inverno, la colite ulcerosa, è tornata a farsi sentire. Con il team, abbiamo deciso subito che non avrei fatto la Vuelta. Io l’avevo curata con i farmaci in passato, però al di là della rinuncia alla corsa spagnola stavolta la situazione non stava migliorando».
Che cosa ha fatto?
Alberto si è affidato allo staff medico della squadra e ad un nuovo luminare in materia… «Un gastroenterologo di Torino, Sandro Lavagna, molto bravo, con il quale sono stato messo in contatto da un medico della Juventus, Paolo Cavallo (Alberto è anche un tifoso bianconero, ndr). Ci siamo detti che il problema andava risolto in modo sostanziale e questa cura dovrebbe assicurarmi di stare bene per molti anni, senza sintomi. Faccio delle flebo in ospedale, io non sento niente in pratica. All’ospedale Mauriziano Umberto I di Torino».