Ne avevamo perse le tracce, lo sapevamo alle prese con problemi fisici, attendevamo il suo ritorno alle corse e improvvisamente ieri abbiamo visto Andrea Piccolo grande protagonista del Gran Premio Capodarco con la maglia della Viris Vigevano. Per il magentino, un secondo posto al termine di una gara generosa - forse troppo - alle spalle di Simone Raccani della Zalf Euromobil Désirée Fior in una delle gare più prestigiose del calendario dilettantistico.
Ma cosa ci fa Andrea Piccolo in corsa con i dilettanti? La domanda scatta inevitabile, la curiosità chiede di essere appagata ed ecco Johnny Carera, da anni procuratore e mentore di Andrea, pronto a dare le risposte che cerchiamo.
«Andrea ha dovuto confrontarsi con dei problemi fisici ad inizio stagione, quindi con lo staff tecnico e sanitario avevamo stabilito di iniziare la stagione dal mese di luglio. Il nostro pensiero è sempre stato quello di non mettere alcuna fretta al corridore anche perché l'età è dalla sua, non dimentichiamo che Piccolo è nato il 23 marzo del 2001».
Cos'è successo, poi?
«Tutti sapete che in Astana Premier Tech ci sono stati alcuni problemi a livello tecnico e dirigenziale, Vinokourov prima è stato allontanato e poi è tornato, insomma Andrea è rimasto un po' nel guado, in mezzo a questa situazione che va definendosi. Per lui, però, era importante tornare a correre dopo un lungo periodo di stop, er a importante per continuare il suo percorso di crescita verso il professionismo».
Da qui la scelta della Viris Vigevano...
«Ripeto, l'importante era tornare a correre e direi che il rientro è stato di quelli col botto: prima gara a Capodarco, subito secondo posto solo per una questione di crampi sul rettilineo d'arrivo. La conferma che il corridore c'è e aveva solo bisogno di attaccarsi quel benedetto numero sulla schiena e liberare il suo talento. Adesso deve solo continuare a pedalare e diverirsi in questa fase finale della stagione, puntando magari a conquistarsi una maglia azzurra per gli Europei o per i Mondiali. Attenzione, nessun suggerimento per il ct Amadori, ma solo la constatazione che Andrea è una risorsa a disposizione del ciclismo italiano».
Il prossimo anno lo vedremo ancora in Astana?
«L'idea è quella, Andrea ha un contratto con la Astana e direi che al 90% il prossimo anno lo vedremo correre con quella maglia».