Volate. Sono volate via. Tre settimane passate via veloci come non mai, anche perché il mio non è solo un modo di dire, ma è quello che hanno fatto concretamente e materialmente questi magnifici officianti che sono i corridori. Un Tour di alto livello, dominato in lungo e in largo da Taddeo, il bimbo sloveno, Pogi o Tamao che dir si voglia, il nuovo dominatore del ciclismo mondiale, questo prodigioso corridore universale, riconosciuto universalmente da tutti come il più forte in assoluto. Non ha punti deboli e un solo grande punto di forza: è forte, in tutto. Vi siete annoiati? Pogi non vi solletica la vostra fantasia? Temo che sia un problema vostro. Io con Taddeo, Vingegaard, Van Aert, Van der Poel, Alaphilippe, Mark Cavendish e compagnia pedalante mi sono divertito un sacco. E il Tour già mi manca.
DECEUNICK-QUICK STEP. 9. Dodicesimo posto nella generale con il nostro Mattia Cattaneo (voto 6,5) e maglia verde con il sempre verde Mark Cavendish (voto 10). Si portano a casa la bellezza di cinque vittorie di tappa, quattro con Cannonball e una con Alaphilippe. In totale 20 piazzamenti nei dieci in 21 tappe.
TEAM BIKEEXCHANGE. 5,5. Dovevano fare una corsa d’attacco, ma c’è chi ha attaccato più di loro. Alla fine lottano fino alla fine solo per la maglia verde con Michael Matthews. Per loro solo otto piazzamenti nei dieci in tutta la corsa.
JUMBO VISMA. 10. Perdono il Tour, ma alla fine lo vincono ugualmente. Perdono subito per caduta il faro Primoz Roglic. Molti al posto loro potevano colare a picco, invece manco un alpinista con la piccozza si aggrappa meglio di loro. Secondi in classifica generale con Vingegaard (voto 10). Quattro vittorie di tappa con Van Aert (tre, con Parigi, con il Ventoux e la crono, voto 9) e con Kuss (voto 8). Ventuno piazzamenti nei dieci in ventuno tappe. Tanta roba.
TEAM BAHRAIN VICTORIUS. 9. Vincono la classifica a squadre, e per questo si attirano le ire di tutte le squadre. Le loro ruote girano veloci, a molti gira qualcos’altro. Sentono rumori sospetti, hanno umori sospesi: 3 vittorie di tappa, due con Mohoric (voto 8) e una con Teuns (voto 7). Undici piazzamenti nei dieci, con Pello Bilbao (voto 8) alla fine 9° nella generale, non male.
BORA HANSGROHE. 7. Due vittorie di tappa con Konrad (voto 7,5) e con l’attaccante Politt (voto 7), poi qualche piazzamento con l’eterno piazzato Kelderman (5° nella generale, voto 6). Ricordiamoci che hanno perso Peter Sagan, e non è una perdita da poco.
UAE EMIRATES. 10. Tre vittorie di tappa con Taddeo, più altri piazzamenti (sei), uno con Bjerg (voto 8). La squadra fa il suo, senza strafare, anche perché non è mai costretta a farlo. Majka finale d’autore (voto 7). Gli altri sono tutti ingigantiti da Gulliver Pogacar che vince il Tour per il secondo anno consecutivo, oltre alle maglie bianca e a pois. Dicono: deve confermarsi. È tre anni che è professionista e sono tre anni di conferme assolute. Se decidesse di ritirarsi oggi, sarebbe già nella storia!
GROUPAMA-FDJ. 5,5. Sfiorano la top ten con David Gaudu (voto 6), ma alla fine il loro Tour non può essere considerato positivo. Solo otto piazzamenti nei dieci, sfiorano la vittoria con il cronoman Küng.
EF EDUCATION NIPPO. 6,5. Alla fine si sgonfiano, dopo un Tour corso con acume tattico e buone individualità. Solo 10° nella generale con Uran (voto 6). Quattordici piazzamenti nei dieci, con Higuita, Nielsen, Uran, Guerreiro, Valgren e Bissinger. Ma non tutto deve essere buttato.
TOTALENERGIES. 5. Quattro piazzamenti: uno con Latour, tre con Turgis. Fine.
ASTANA PREMIER-TECH. 6. Fanno il minimo sindacale, con Lutsenko che chiude in 7° posizione. Anche per loro solo otto piazzamenti in tre settimane e una corsa sempre passata a rincorrere.
INEOS GRENADIERS. 5. Sono i veri sconfitti di questo Tour, per il budget a disposizione, il peso specifico dei corridori messi in campo, per un podio che è troppo poco per una squadra così, che in ogni caso si è confermata squadra (voto 8). Manca il finalizzatore, l’uomo che la mette. Thomas e Porte si acciaccano quasi subito per cadute, Carapaz (voto 6) fa tutto quello che è nelle sue possibilità. Ma non credo di essere severo io, anche perché sono convinto che Sir Dave Bradford sia il primo a non essere contento. E non solo lui…
ALPECIN FENIX. 7. Le prime due settimane da 9 pieno, poi escono di scena MVDP (voto 9) e Merlier (voto 7) e nella terza settimana si difendono. Molti i piazzamenti di Philipsen: per lui voto 7.
TREK SEGAFREDO. 6. Mollema porta a casa e regala al suo team una vittoria di tappa. Poi per il team 12 piazzamenti nei dieci, ma nessuno di loro finisce in zona maglia gialla.
TEAM ARKEA-SAMSIC. 5. Qualche piazzamento con Bouhanni, e uno solo con Quintana.
TEAM DSM. 5. Qualche volata con Bol, un piazzamento con Pedersen, fine.
TEAM QHUBEKA NEXTHASH. 4. Va bene la sfortuna, ma il team sudafricano porta a casa solo tre decimi posti in tre settimane.
COFIDIS. 6,5. Laporte, Martin, Perichon, sono loro tre che si danno un gran daffare e fanno fare al loro team un più che dignitoso Tour. Con il filosofo Guillaume Martin un più che apprezzabile 8° posto finale nella generale. Voleva la vittoria di tappa: si sbaglia.
INTERMARCHÈ-WANTY. 5,5. Sei piazzamenti in tre settimane, senza un guizzo degno di nota, con qualche volata di Van Poppel.
ISRAEL START-UP NATION. 6. Si fa vedere, anche nella terza e ultima settimana con Dan Martin. Sogna una vittoria di tappa, ma sono in tanti a sognarla e sono pochissime le squadre che vanno a segno. Solo 8 squadre su 23.
B&B HOTEL. 6,5. E’ una piccola squadra bretone e fa quello che può. Tante fughe, tanto movimento, tanto Bonnamour e buonumore. Sale anche sul podio di Parigi con Franck, che è eletto il corridore più combattivo, per questo numero rosso.
LOTTO SOUDAL. 5,5. Se ci fosse Riccardo Magrini alla Lotto darebbe la “catena incatricchiata”. Ne ha più di Bertoldo, finisce la corsa con pochi corridori, ma è anche vero che la corsa della Lotto è poco di lotta.
AG2R CITROEN. 8. Vince una tappa con Ben O’Connor, che alla fine è 4° nella generale. Il 25enne australiano è chiaramente forse la vera sorpresa di questo Tour.
MOVISTAR. 6. Alla fine si riscatta con Enric Mas, con un 6° posto nella generale. Per il resto è un Tour chiaramente sottotono, con soli 7 piazzamenti nei dieci e un Valverde che nonostante l’età fa vedere di cosa è ancora capace Valverde (voto 7).