Julian ALAPHILIPPE. 10 e lode. Nella Fossa dei lupi (la Côte de la Fosse aux Loups), non può che vincere un lupacchiotto che è anche leone tigre e giaguaro. “LouLou” o il moschettiere o d’Artagnan, fate un po’ voi, chiamatelo come volete perché lui tanto fa quello che vuole, sorretto da una classe purissima, fasciato da una maglia (quella iridata) che nessuno meglio di lui può portare, e veste quella maglia gialla che più gli appartiene. Papà Julian dedica vittoria e maglia al suo bimbo, a Nino. Nome italiano per un corridore francese che ci ama: io da sempre amo lui.
Michael MATTHEWS. 8. Oggi fa il massimo, se non ci fosse LouLou porterebbe a casa il bottino pieno. Si deve accontentare, ma c’è anche domani.
Primoz ROGLIC. 8. Lo sloveno prova a far male subito a Taddeo Pogacar, ma il bimbo risponde da par suo. La sfida è iniziata.
Jack HAIG. 7,5. L’australiano del Bahrain resta nella mischia con grande lucidità.
Wilko KELDERMAN. 7. L’olandese della Bora c’è, e alla fine lo vedi.
Tadej POGACAR. 7,5. Il bimbo sloveno tiene botta e finisce sesto, in scia al connazionale Jumbo. Missione compiuta.
David GAUDU. 6,5. Il bretone ci prova, fino alla fine, ma davanti al suo pubblico in sei arrivano prima di lui.
Geraint THOMAS. 7. Resta lì, con i migliori, e per oggi è già molto.
Vincenzo NIBALI. 7. È un segnale chiaro e inequivocabile: in questo arrivo esplosivo lo Squalo resta con i migliori (il primo gruppo è composta da 21 corridori, lui arriva 18°). Il CT Cassani avrà chiaramente preso nota. Dimenticavo: primo degli italiani.
Richard CARAPAZ. 6. Perde una manciata di secondi: ci sta.
Mathieu VAN DER POEL. 4. Era il grande favorito di giornata. Un uomo solo annunciato e decantato, raccontato e celebrato e per questo gli fanno la festa. Lui non si diverte neanche un po’. Domani c'è il Muro di Bretagna, ma lui - il Muro - lo prende oggi.
Sonny COLBRELLI. 5,5. Lo portano bene lì in zona sparo (lavoro pazzesco di Mohoric 8), ma poi questo arrivo per il neo tricolore non finisce mai e alla fine si rialza, per non finirsi. Domani c’è il Mur de Bretagne.
Miguel ANGEL LOPEZ. 5. Pronti via e stecca: perde quasi 2 minuti. Probabile che le botte rimediate nella caduta l’abbiano condizionato non poco.
Tony MARTIN. 2. Centra in pieno una signora garrula che mostra un enorme cartello in favore di telecamera, provocando un mucchio selvaggio. Il 2 è chiaramente per la signora, per la quale invoco l’intervento sia di Gibo Simoni che di Enzo Cainero. Altro che scellerato dello Zoncolan.
Ide SCHELLING. 7. Il tedesco della Bora-Hansgrohe - primo a transitare sul Côte de Stang ar Garront - prende e va’. Prova a fare da solo, quando capisce che la fuga è prossima ad essere annullata. Lui prova a spostare la resa più in là, ma nel frattempo sale sul podio per ricevere e vestire la prima maglia “pois” di questo Tour.
Danny VAN POPPEL. 6. Il 27enne olandese della Intermarché Wanty Gobert, trova la fuga di giornata con Cristian Rodriguez (Team Total Energie), Franck Bonnamour (B&B Hotels KTM), Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) e Anthony Perez (Cofidis). Buona azione, ma tenuta sotto controllo da un paio di corridori del gruppo. Insomma, ci sono fughe e fughe di giornata: questa è una fughetta.
Tim DECLERQUE. 7,5. BigTim, il 32enne di Lovanio (dove quest’anno si disputeranno i mondiali su strada), dopo venti chilometri si mette in testa e comincia a fare il “regulator”. Mantiene alta l’andatura per tenere d’occhio la fuga di giornata. È come un pilota automatico: tu lo chiami e lui arriva. Tu lo imposti sui 42 km/h e lui va. Meglio di “roomba”.
Daniel OSS. 7. Un corridore con baffi lo è da sempre, ora lo è per davvero, visto che in Francia il trentino è venuto con nuovissimi “moustache” d’ordinanza. Il 7, per il momento, è per i baffi. In attesa di un Tour con i fiocchi.
Jasha SUTTERLIN. 17. Il 28enne tedesco del Team DSM è il primo ritirato di questo Tour de France. È quello che paga le conseguenze più gravi dalla caduta di massa. Dopo la seconda caduta, si fermano anche Konovalovas della Groupama e Lemoine della B&B Hotels.
BRETAGNA. 10. “Gwenn ha du”, bianconero in bretone, dove il Tour parte, riparte e ci resterà per quattro tappe. Sette corridori “brezhoneg”, bretoni, con David Gaudu a guidare la pattuglia dei bianconeri. Terra di ciclismo e di ciclisti la Bretagna, terra di Petit-Breton e Jean Robic, Louison Bobet e Bernard Hinault. Terra di ciclisti, con 200 società e più di diecimila tesserati e 1300 corse organizzate all’anno. Da qui parte il Tour e, come ha detto il “tasso”, l’ultimo francese a regalare 36 anni fa il Tour alla Francia, “questa corsa è come se fosse tornata a casa”.
Gabriele MISSAGLIA 1. È solo. È l'unico rappresentante dei “panchinari” d’ammiraglia, l'unico direttore sportivo italiano in questa Grande Boucle. Missaglia guiderà con Lars Michaelsen la Qhubeka Nexthash. Non si può che augurargli ogni bene. Come dicono i francesi: bonne route!