Giro d’ITALIA. 10. Bello, bellissimo, pure troppo. Il percorso però meritava un cast anche più ambizioso, anche se gli interpreti “ingaggiati” hanno onorato dalla prima all’ultima tappa una corsa forse fin troppo dura. I velocisti? Resto del mio parere: a parte Caleb Ewan che dopo il suo uno-due ha alzato i tacchi per tornarsene a casa all’inizio dell’ottava tappa, gli altri avevano tutte le ragioni di questo mondo per fare i bagagli. Dopo Verona il Giro è stato un festival verticale che puntava il cielo. Ci vorrebbe un gran finale per velocisti all’ombra del Duomo, un carosello nobile e prestigioso per gli uomini-jet, come già avviene da anni a Parigi e Madrid: Milano non è da meno.
INEOS. 10. Squadra super e lo dimostrano i numeri, la condotta di gara e il risultato finale: primo Egan Bernal (voto 9); quinto Daniel Martinez (8). Più quattro vittorie di tappa, con Egan Bernal (due) e Filippo Ganna (due crono, due vittorie, poi tutto il resto: voto 9). In totale diciassette (17) piazzamenti nei dieci e sedici giorni (16) in maglia rosa: tre con Ganna e 13 con il colombiano. Basta?
JUMBO Visma. 6. Avrebbero dovuto fare classifica con George Bennett (voto 4), si portano casa un 9° posto con il norvegese Tobias Foss (6,5). Raccolgono 15 piazzamenti nei dieci e l’uomo in più della squadra olandese è il nostro Edoardo Affini (voto 7,5) che raccoglie due secondi posti e un terzo posto. Vittorie? Zero.
DECEUNINCK Quick Step. 6. Vengono al Giro con due punte: Remco Evenepoel (S.V) che rientra dopo 9 mesi di inattività per le note vicende e Joao Almeida (6,5) che è in uscita. Il belga paga la lunga inattività e anche la sua poca confidenza con le discese. Il portoghese parte molto male, ma poi fa vedere a tutti che ha stoffa da vendere. Anche un team vincente come quello di Patrick Lefevere chiude il Giro con “zero tituli”, con sedici piazzamenti nei dieci.
Team QHUBEKA Assos. 9. Perdono anche loro un uomo che avrebbe potuto fare classifica, come Domenico Pozzovivo, ma i sudafricani non si perdono d’animo e ottengono dieci piazzamenti nei dieci, tre però sono vittorie: Mauro Schmid (11° tappa); Giacomo Nizzolo (13° tappa) e Victor Campenaerts (15° tappa). Non male.
ISRAEL Start-Up Nation. 8. Due giorni in rosa con lo sfortunatissimo Alessandro De Marchi (7,5), una vittoria di tappa con Dan Martin (17° tappa) e altri dodici piazzamenti nei primi dieci. Squadra tosta, tostissima, con un Davide Cimolai (7) di una regolarità pazzesca: da applausi.
Alpecin FENIX. 6,5. Vincono quasi subito (2° tappa) con Tim Merlier, poi portano a casa altri sei piazzamenti nei dieci. Vince la classifica della combattività e dei Traguardi volanti con Dries De Bondt (se le vince l’Androni sono classifiche di nessun valore, eppure valgono, eccome che valgono…). Per una squadra così, è il minimo sindacale.
COFIDIS. 6,5. Tutti noi aspettavamo un acuto di Elia Viviani (voto 5), che però ci arriva vicino (due 3°, un 4°, due 9°), ma la vittoria arriva con Victor Lafay. Bravo bravissimo anche Simone Consonni (7), che rimedia un 2° e un 4° posto. In totale, per i transalpini: dieci piazzamenti nei dieci.
TREK Segafredo. 6. Nessuna vittoria e tanta sfortuna. In totale undici piazzamenti nei dieci. Tolto Nibali (voto 8, per aver onorato il Giro e sé stesso) che è stato accompagnato da malasorte e lo stesso Giulio Ciccone (un 2°, un 4° e un 5°) che era al momento del ritiro 6° nella generale, così come Gianluca Brambilla (un 4°), gli italo-americani mostrano un buon Moschetti (un 4° e due 6°) e anche un buonissimo Jacopo Mosca (due 10°). Non brillantissimo Bauke Mollema (un 5° e un 7°).
UAE Emirates. 6. È tra le formazioni con più piazzamenti nei primi dieci: ben 15. Vince una tappa (la 4°) con Dombrowski, poi raccoglie piazzamenti con Gaviria (un 2°, due 5°, un 6°, un 7°, un 9°), con Molano (un 9° e due 10°), Alessandro Covi (un 2°, un 3°), Davide Formolo (un 9°) e Diego Ulissi (un 4° e un 5°). Cosa manca? La classifica. Formolo (voto 5) va come Ulissi (voto 6,5): ho detto tutto.
BARDIANI Csf Faizané. 8. Non vincono, come Jumbo e Deceunick, Trek e Ag2r, Groupama e Movistar, Astana, DSM e Androni. Ma raccolgono la bellezza di sette (7) piazzamenti nei primi dieci, con un bravissimo Fiorelli (un 3°, un 6°, un 9°); Carboni (un 5°); Battaglin (un 6°), Giovanni Visconti (un 5°) e Zana (un 7°). A questo vanno aggiunti tanti chilometri in fuga, a battagliare con Marengo, Gabburo e Zoccarato. Corsa di cuore e testa. E per farlo, ci vogliono gambe.
AG2R Citröen. 6,5. Mi attendevo qualcosa da Champoussin, non pervenuto. I transalpini sono salvati dal nostro Andrea Vendrame (voto 7), che centra anche un successo di tappa (12°). Lottano per la maglia azzurra di miglior scalatore e se la portano a casa con Geoffrey Bouchard (voto 7).
LOTTO SOUDAL. 6. Due vittorie di tappa con Caleb Ewan e sei ritiri. Finiscono il Giro con i soli Oldani (6,5) e Vanhoucke (6,5). Piazzamenti nei dieci? Nove.
INTERMARCHÈ Wanty Gobert. 7. I ragazzi di Valerio Piva mi hanno sorpreso e impressionato. Arrivano a Milano con la squadra al completo e una bellissima vittoria di tappa con Taco Van der Hoorn. Otto piazzamenti nei dieci e un bravissimo Andrea Pasqualon (un 5° e due 7°).
BORA Hansgrohe. 6. Emmanuel Buchmann avrebbe dovuto fare classifica, ma è costretto ad abbandonare la corsa, anche se al momento dell’addio non era proprio nel vivo. Vincono una tappa con Peter Sagan (6,5), che si porta a casa per la prima volta la maglia ciclamino della classifica a punti, precedendo il nostro Davide Cimolai (7) e Fernando Gaviria (5,5). Solo quattro i piazzamenti nei dieci. Per un team così, davvero il minimo sindacale. Nota lieta? Giovanni Aleotti (voto 7), il ragazzo ha tante cose belle.
EF Education Nippo. 6. Perde pedine importanti e poi fa quello che può con Hugh Carthy (5,5). Alberto Bettiol (7) vince una tappa pazzesca e da un senso a tutto il Giro. Alberto oltre alla vittoria raccoglie un 7° e un 8° posto. Piazzamenti nei dieci? Sei.
BAHRAIN Victorious. 9. Undici piazzamenti nella top ten e più di un motivo per fare le valige e tornare a casa dopo il ritiro di Mikel Landa. Invece la squadra diretta da Franco Pellizotti e Alberto Volpi si supera, nonostante tre ritiri pesanti (Landa, Mader e Mohoric). Damiano Caruso (10) con Pello Bilbao (8) e compagni fanno il resto. Una vittoria di tappa bellissima con il siciliano e un posto d’onore per un uomo d’onore.
GROUPAMA Fdj. 5,5. Tre giorni in rosa con Attila Valter (6,5), poi un paio di piazzamenti nei dieci in tutto il Giro. Poco. Davvero poco.
MOVISTAR. 5,5. Perdono anche loro il punto di riferimento, il capitano, l’uomo di classifica Marc Soler. A quel punto cercano di fare quello che possono, ma raccolgono solo nove piazzamenti nei dieci.
BikeEXCHANGE. 6,5. Corrono copertissimi, con il “fantasmino” che prova ad uscire ad intermittenza nel finale. Ottiene un terzo posto finale con Simon Yates e con il britannico anche una vittoria di tappa. Non male, anche se le aspettative erano molto più ambiziose.
EOLO Kometa. 9. Tenete conto che era al suo primo Giro d’Italia, con il budget più leggero di tutte le squadre partecipanti alla “corsa rosa”, eppure fanno qualcosa di eccezionale. Con Lorenzo Fortunato vince sullo Zoncolan. Con Fortunato arriva 16° nella generale del Giro. In totale sei piazzamenti nei dieci con Fortunato (un 1° e un 9°), Belletti (un 9°), Francesco Gavazzi (un 2° e un 8°) e Vincenzo Albanese (un 8°). Tanta roba.
ASTANA Premier tech. 5,5. A Milano arrivano al completo. A Milano arrivano con Vlasov 4° nella generale e il russo raccoglie qualche piazzamento (un 3°, un 5° due 7° e un 10°). Insomma, era venuto qui con la voglia di podio, ma resta sempre un po’ troppo lontano. Bravo Battistella (un 6°), che lavora sodo e fa vedere che la stoffa c’è. E bravo anche Sobrero (7), il “cognato” di Ganna, che chiude la crono al 4° posto, e deve prendere a pugni l’ammiraglia della Groupama che per poco non lo sbatte per terra (10 per la lucidità).
DSM. 5,5. Raccolgono tanti piazzamenti nei dieci (11) e sfiorano anche in un paio di circostanze la vittoria di tappa: con Chris Hamilton (2°), Arndt (3°), Romain Bardet (2°), Nicolas Roche (3°), ma da un uomo di esperienza come il transalpino mi aspettavo molto di più.
ANDRONI Giocattoli. 6,5. Un Giro in fuga, con il vento in faccia e la classifica delle fughe vinta con Simon Pellaud. Un Giro di fatica con un paio di piazzamenti nei dieci: Simone Ravanelli (10°) e Tesfatsion (8°). Tanto? Poco? Il giusto per una squadra che fa sempre il suo con grande impegno e serietà.