Peter SAGAN. 10 e lode. Una vittoria pazzesca, pensata, costruita e ottenuta grazie ad un lavoro di una squadra di assoluto livello (con Giovanni Aleotti e Matteo Fabbro sugli scudi, più Bodnar e Oss nel finale). Prima la squadra demolisce le ambizioni di gran parte dei velocisti: picconate feroci che non lasciano scampo. Poi ci pensa lui, il folletto slovacco, che pennella le curve manco fosse Caravaggio o Boccioni. Una volata da grande corridore, ma anche da fantastico biker che sa governare la bicicletta come pochi al mondo. Squadra super, ripagata da un super corridore. Peter lo amiamo da sempre, oggi ci ha voluto ricordare il perché.
Fernando GAVIRIA. 9. E che cosa gli vuoi dire? Cosa avrebbe dovuto fare? Attaccarsi alla maglia di Peter? Forse. Di sicuro attaccherebbe al muro per l’ennesima volta Molano, che questa volta tira di fatto la volata al tri-campione del mondo, che oggi non ne aveva proprio bisogno.
Davide CIMOLAI. 8. È il nostro miglior velocista, non ci sono dubbi, in questo Giro d’Italia è al momento quello più in palla (due secondi e un terzo), ma oggi in una volata così veloce e difficile, al termine di una tappa corsa con grande agonismo, il suo piazzamento ha un valore inestimabile.
Stefano OLDANI. 8. Il 23enne milanese della Lotto Soudal si trasforma nel vice Ewan e fa vedere la sua maglia molto bene. Quarto, tra la nobiltà di questo Giro.
Andrea VENDRAME. 6,5. Il “Joker” veneto si porta a casa un prezioso 7° posto che vale in prospettiva futura: per Andrea questo è solo l’inizio. Ne sono sicuro.
Vincenzo ALBANESE. 7. Il 24enne ragazzo della Eolo si butta nella mischia e finire nella top ten (8°) è l’ennesimo premio ad una squadra esordiente che non si sta risparmiando.
Elia VIVIANI. 6. Nel finale velocissimo e molto caotico, il veronese resta un po’ intruppato nelle retrovie mentre Consonni è là davanti. Peccato, perché era stato bravissimo a restare con i migliori sotto le picconate dei Bora.
Remco EVENEPOEL. 9. Che Dio ce lo/li conservi. Basta un traguardo volante di Campello sul Clitunno al 18 chilometri dal traguardo e il pupo belga risponde da par suo a Bernal che si fa tirare la volata da Pippo Ganna. Il bimbo sembra pagare, poco aiutato dai suoi, e allora recupera a tutta velocità da solo, con una progressione controvento pazzesca. Affianca la “locomotiva di Vignone” e la maglia rosa e li passa a tutta e quando sembra fatta per il pupo, entra in azione Narvaez che scippa un secondo a Remco, che poi, come un bimbo felice, dà la mano a Egan Bernal. Come direbbe un maestro di nome Bruno Pizzul: tutto molto bello!!!
Jonathan NARVAEZ. 9. Lascia fare a Pippo, quando sente odore di pericolo (si lottava per 3” di abbuoni, 2 per il secondo e 1 per il terzo) entra in azione lui e limita i danni. A Remco 2”, al suo capitano 1.
Egan BERNAL. 7. Cerca di raccogliere anche i secondi disseminati per strada: spettacolo al Giro! Per stile ed eleganza è da 10, un voto che va diviso e condiviso tra la Ineos e il maglificio Castelli. Il calzoncino è di una eleganza assoluta. Chiaro, ognuno ha i propri gusti, ma non vi nascono che non ho mai sopportato il calzoncino interamente rosa o giallo, per non dire bianco. Questo, con i colori societari blu notte e una giusta dose di rosa lo trovo bellissimo, molto molto glamour.
Giacomo NIZZOLO. 5. Tiene duro, più che può, poi deve prendere atto che quel colle di 4° categoria fatto a manetta dagli uomini della Bora è troppo per lui.
Dylan GROENEWEGEN. 5. Non è proprio la sua tappa, con quella rampa da superare (valico della Somma) troppo severo per un velocista puro come lui e per giunta a corto di condizione dopo nove mesi di inattività.
Tim MERLIER. 5. Preso a picconate dagli uomini della Bora-Hansgrohe, è uno dei primi velocisti a issare bandiera bianca, lui che ha la maglia ciclamino.
Samuele RIVI. 7. Il 23enne trentino della Eolo Kometa si butta nella fuga e vince anche il traguardo volante di Santa Rufina, precedendo Umberto Marengo della Bardiani CSF Faizané e Simon Pellaud della Androni Sidermec, partiti all’attacco fin da subito (km 5) con Taco Van der Hoorn della Intermarché Wanty Gobert e Kobe Goossens portacolori della Lotto Soudal. Il trenino di testa va come un treno, e li ferma solo il passaggio a livello che li costringe a mettere piede a terra e poi a ripartire. Il gruppo guadagna terreno e per i fuggitivi si fa immediatamente dura.
Caleb EWAN. 6. Aspetta una tappa per passisti-veloci, adatta a lui, per dire la sua. Per motivare il suo repentino abbandono. Per ribadire un fastidio al ginocchio e il suo dispiacere per aver lasciato anzitempo la “corsa rosa” con due vittorie di tappe al suo attivo. «A chi ha pensato che ho mancato di rispetto alla corsa, dico che mi spiace che abbiano pensato questo – scrive in una nota il corridore australiano -. Se voi aveste visto il duro lavoro che ho fatto e quante energie ho dedicato alla mia preparazione per onorare il Giro d'Italia e fare del mio meglio, sono sicuro che non avreste pensato una cosa del genere. E sappiate che sono io quello più dispiaciuto di tutti». Il 6 è sulla fiducia e di stima.