Il ciclismo sa sorprendere e spesso ribalta i pronostici: è quello che è successo oggi con Taco van der Hoorn, che sul traguardo di Canale ha esaltato se stesso e la sua Intermarché-Wanty-Gobert. Taco a dicembre, dopo due stagioni con la Jumbo-Visma era rimasto senza contratto, e prima della chiamata della Intermaché, solo una squadra Continental gli aveva offerto un posto in squadra.
«Cinque mesi fa ho pensato di smetterla con il ciclismo perché non avevo un contratto. Oggi invece ho vinto una tappa al Giro d’Italia, grazie alla
Intermarché-Wanty-Gobert che mi è venuta a cercare».
Van der Hoorn alla partenza questa mattina era nervoso perché voleva dimostrare le sue qualità e ripagare la squadra della fiducia concessagli. «Ero impaziente, avevo qualcosa da dimostrare anche io – ha detto Taco a fine corsa –. Questo è il mio primo Giro e volevo farmi vedere con il tipico stile dei corridori della Intermarché-Wanty Gobert e così è successo».
Lo stupore e la gioia di questo giovane erano racchiusi nei suoi occhi stupiti e le braccia alzate al cielo mentre tagliava il traguardo della sua vittoria più bella. «Non ci posso ancora credere - ha detto Van der Hoorn –: ero partito con l’idea di correre in modo aggressivo e attaccare. Mi era stato detto che potevo cogliere ogni occasione per attaccare, anche se la possibilità di arrivare in fondo era solo dell'1%».
Taco ha creduto in quella fuga ed è stato l’unico a combattere fino alla fine e quel traguardo, che sembrava un sogno così lontano, è diventato una fantastica realtà. «Non credevo di farcelao a 20 chilometri dal traguardo. Simon Pelaud è andato meglio di me in salita, poi nella discesa ho dato il mio meglio con il mio peso e la mia maggiore aerodinamicità. Dall’ammiraglia mi davano i distacchi e quando ho sentito che avevo 40 secondi ho pedalato a tutto gas fino al traguardo. Quell'ultimo chilometro è stato infinito, non riuscivo a crederci».
L’olandese già nel 2017 rischiò di abbandonare il ciclismo, a causa di una caduta di cui è stato vittima facendo ciclocross. «Quella volta rischiai veramente, ebbi una commozione cerebrale, non riuscivo più ad andare in bici, poi dopo un lungo stop ho ripreso».
La ripresa arrivò e anche quella volta dimostrò di essere un combattivo, rinascendo e andando a vincere. Nel 2018 con la Roompot ha vinto la tappa di Anversa del BinckBank Tour e per lui si sono aperte le porte del World Tour con la Jumbo-Visma. Decide quindi di partire con un furgone fatiscente e di girare l’Europa, andando a visionare i percorsi di tutte le classiche. «Sono andato in giro quando non c’erano impegni con le gare, perché durante la primavera sei sempre in corsa. Ricordo che sono andato a Roubaix per tre giorni per provare i ciottoli e testare la pressione delle ruote».
Il viaggio di questo ragazzo su un furgone anni ’80 è proseguito fino in Italia, dove ha scoperto le strade della Milano-Sanremo e poi in Toscana per la Strade Bianche. I due anni in Jumbo-Visma non hanno dato i frutti attesi e così Van der Hoorn è rimasto senza contratto. Per lui c’erano due possibilità: smettere o accettare il posto in una Continental. «A dicembre arrivò la chiamata della Intermarché-Wanty Gobert, ho subito accettato con l'idea di dimostrare il mio valore. Oggi prima del traguardo mi sono voltato e ho pensato che la mia occasione era arrivata e ho dentro di me ho detto: ce la farò». E così è stato.
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