Filippo Ganna è tornato e lo ha fatto con quella potenza che ha sempre messo nelle sue vittorie. E’ felice, il campione mondiale delle prove contro il tempo, adesso è più sereno, anche se sa che prima o poi questa maglia la perderà. Contento e soddisfatto Filippo e riguardo le pressioni sui suoi risultati, ha voluto lanciare un messaggio alla stampa, sottolineando ai media, che è impossibile correre sempre ai massimi livelli.
Oggi è tornato a vincere ma aveva detto che non sarebbe partito con i favori del pronostico. Cosa è cambiato nelle sue cronometro negli ultimi mesi?
«Tornare a vincere non è mai facile in particolare quando hai alle spalle tre crono che non sono andate bene. Sono stato in altura e ci sono state tante polemiche nei miei riguardi, in molti non hanno parlato bene di me. Facciamo 60-80 giorni di corsa in un anno non si può essere sempre al massimo e se lo sei allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Questa è una vittoria di squadra non solo la mia. Quest’anno sarà un Giro più duro rispetto allo scorso anno, ho lavorato anche sulla perdita di peso, al Romandia ero pieno di liquidi e ho pagato le conseguenze. È cambiato che quando voglio qualcosa cerco sempre di ottenerla».
Ha già indossato questa maglia lo scorso anno: cercherete di tenerla il più possibile?
«La priorità andrà ai capitani, ma è logico che cercherò di tenerla il più possibile, ma al primo giorno in salita la vedo dura tenerla, direi impossibile. Quando la perderò soffrirò tanto ma so che sono qui in supporto del team, per tenere l’umore alto e voglio finire il 2021 come ho finito il 2020».
Come atleta non pensa di avere un carico troppo pesante di impegni, considerando i Giochi, il Mondiale e le altre corse?
«Un atleta sa dove può arrivare, ma ogni tanto le pressioni sono i giornalisti che le mettono a me e agli altri corridori. Noi sappiamo dove possiamo arrivare e cosa possiamo fare. Ad esempio prima del Romandia ho fatto un blocco di lavoro in pista per il quartetto, se non lo avessi fatto, forse sarei stato più competitivo. Voglio le medaglie olimpiche, ho due possibilità da giocarmi è il mio obiettivo. Non metteteci pressioni, credete nelle nostre possibilità e speriamo di farvi divertire».
Quanto è cambiata la squadra rispetto allo scorso anno?
«Lo scorso anno al quinto giorno di corsa abbiamo creato una nuova squadra a causa della perdita di Thomas. Abbiamo bisogno di creare il gruppo, ci vediamo solo in corsa perché le nostre giornate sono molto impegnate, ci vediamo solo per mangiare e l’allenamento. Io sono molto fiducioso riguardo questo gruppo, cercherò di essere l’elemento che darà morale alla squadra. Quando i nostri capitani avranno il morale basso, cercherò di aiutarli ad alzarlo, anche se mi manderanno a quel paese perché ci sarà nervosismo. Siamo qui per vincere e non per fare un secondo posto, cercheremo di divertirci perché quando riesci a divertirti le cose vengono meglio».
Affini le ha fatto i complimenti, anche se aveva sognato di conquistare questa maglia. Cosa vi siete detti?
«Io e Edoardo abbiamo un bellissimo rapporto, siamo cresciuti insieme, io ho preso randellate da lui e lui da me, c’è rispetto reciproco, abbiamo distacchi minimi, ci sarà qualcuno che mi porterà via questa maglia. Se l’avesse conquistata Edoardo sarei stato felice e sicuramente sarei stato il primo ad andare da lui e fargli i complimenti».
Che sapore ha questa maglia rispetto allo scorso anno?
«È stata più voluta rispetto allo scorso anno. Sono partito da casa con un unico intento ovvero vincerla. Ci sono riuscito e questo mi da molto più morale per affrontare i prossimi giorni di corsa. Se avessi perso forse nei giorni futuri avrei avuto più pensieri e la cosa non mi avrebbe aiutato».