Tra le richieste avanzate dai corridori all'UCI per garantire una maggiore sicurezza ed equità in gara c'è una aumentata distanza dei mezzi in corsa. Attualmente i regolamenti prevedono che moto e auto che compongono la carovana non possono avvicinarsi a meno di 10mt dal gruppo o da uno dei suoi elementi, in realtà questa misura non è semplice da misurare e di rado viene sanzionata, tranne in caso di incidenti eclatanti. Inoltre non garantisce che le sciee causate dai mezzi di fotografi, tv, giuria, cambio ruote e team incidano sui risultati delle gare stesse.
Per capire a che distanza dovrebbero mantenersi per non avvantaggiare un atleta rispetto ad un altro durante le corse siamo andati a rileggere uno studio dettagliato al riguardo condotto dal ricercatore olandese Bert Blocken, un vero esperto in materia, che avevamo già tirato in ballo a febbraio quando avevamo scritto delle posizioni in sella vietate, come la celebre supertuck, costata di recente la squalifica dalla Liegi a Richard Carapaz. Il professore e ricercatore della KU Leuven e presso l'Università di Tecnologia di Eindhoven ha dimostrato scientificamente quanto un atleta risparmi a stare a ruota ma rivelato anche che si trae vantaggio pure quando si ha alle spalle un compagno o rivale e, ancora di più, una moto o un'auto.
Quando un singolo corridore è situato direttamente dietro un altro spende il 35,6% in meno di energia per superare la resistenza aerodinamica e mantenere la stessa velocità. Quando in una cronometro a squadre un corridore si trova nell'ultima posizione di un trenino composto da 9 elementi gode di un beneficio del 58%, quando si trova nella pancia del gruppo il risparmio è comprensibilmente ancora più amplificato. Quando è attorno alla 15a posizione ottiene l'85% di beneficio in termini di resistenza aerodinamica, quando è in coda gli serve solo il 5% dell'impegno sprigionato da chi sta tirando in testa.
Nella situazione in cui un attaccante prova ad andare in fuga, se riesce a "nascondersi" dietro a una moto delle riprese tv che trasporta due persone e una varietà di attrezzi può godere di un un risparmio energetico del 75% in termini di resistenza aerodinamica. La percentuale è simile se, all'inseguimento dopo un incidente meccanico, sulla sua strada trova una ammiraglia o il cambio ruote con un portapacchi pieno di bici. La stessa moto della tv che fornisce un beneficio aerodinamico del 75% quando è immediatamente davanti al ciclista, gli fornisce un risparmio del 36% se lo sopravanza di 5 mt, del 23% a 10 mt, del 15% a 20 mt, ancora del 10% se si trova a 40 mt (quasi la metà della lunghezza di un campo di calcio!).
L'aspetto a cui tanti di noi forse non avevano mai fatto caso è che avere questi mezzi anche alle spalle può incidere sulla prestazione e fatica che deve affrontare il corridore. Secondo i calcoli del Dr. Blocken una moto che segue un solo atleta ad una distanza di 1 m gli fa risparmiare il 3,8% di resistenza aerodinamica, a 2 m l'1,7%, a 10 m lo 0,1%, pochissimo ma in una sfida serrata ai marginal gains è sempre qualcosa. E, sorprendentemente, se i benefici di un'ammiraglia sono notevolmente simili a quelli di una moto quando il corridore è dietro, l'auto ha un effetto maggiore quando il corridore la precede: 0,2% a 10 m, il doppio della moto con telecamera.
Avere vicino, oltre che davanti o dietro, altri corridori e mezzi influenza la prestazione del singolo corridore. Le percentuali variano minimamente in base alla velocità di marcia e poco incide anche la presenza di vento laterale. Il dottor Blocken ha informato l'UCI dei risultati dei suoi studi, iniziati nel 2012 e conclusi nel 2020, suggerendo di fissare una distanza tripla a quella vigente di 10 mt per le auto (le moto attualmente non hanno vincoli precisi, ci si fida dell'esperienza di chi le guida e della prontezza di riflessi dei corridori, ndr) per impedire che le corse siano falsate dagli spostamenti dei mezzi durante le gare. L'Unione Ciclcistica Internazionale finora non ha risposto nè ha preso una posizione al riguardo. Lo stesso Blocken in una interessante intervista concessa a cyclingtips alla fine dell'anno scorso sottolineava come la federazione internazionale prima di affrontare questo problema deve fare in modo di evitare i gravi incidenti e infortuni che hanno macchiato questo sport. Garantire l'equità delle gare è fondamentale, ma la sicurezza dei corridori è la priorità.