Non avrei voluto ritornare sull’argomento, ma dopo aver letto su Gazzetta.it il pensiero di Maurizio Fondriest ho deciso di tornare sui miei passi per chiudere la questione “Roglic” con questa precisazione. Doverosa soprattutto alla luce dei tanti appassionati e nostri amici che davanti ai video postati da tuttobiciweb.it si sentivano sicuri del fatto loro: tutto regolare, che problema c’è? Beh, se per voi quei pedali che continuano a girare con grande omogeneità vi sembrano normali, vi invio i miei sinceri complimenti.
Detto questo, in mio soccorso è venuto Maurizio Fondriest, che ieri pomeriggio a Luca Gialanella ha dato una spiegazione tecnica su Gazzetta.it. Cosa ha detto l’ex campione del mondo? Che un’anomalia dei pedali che girano perfettamente belli rotondi e omogenei c’è, ma il trentino non manca di fornire anche una sua interpretazione più che interessante: Roglic ha avuto evidentemente un problema meccanico. «E questo si verifica quando si rompe il corpetto della ruota libera – spiega a Gialanella -: a quel punto il pacco pignoni diventa come il rapporto fisso della bici da pista».
Quindi? Quindi il problema c’era e Maurizio, fornendo una spiegazione tecnica, ammette che l’anomalia evidenziata dal sottoscritto e non solo dal sottoscritto, c’era. Tutti i sapientoni che trovavano il movimento di quei pedali assolutamente coerente, beh, forse dovrebbero perlomeno fare un passo indietro e riflettere su quando detto da Fondriest e forse alleggerirsi di qualche sorrisino sarcastico. Così come il team di Roglic, la Jumbo Visma non nuova a questo tipo di accuse (al Tour lo scorso mese di settembre un loro direttore sportivo - Merijn Zeeman - arrivò quasi alle mani con un commissario Uci che voleva smontare la bicicletta dello sloveno: per questo il direttore sportivo fu invitato a chiedere pubblicamente scusa e successivamente accompagnato alla porta. Il resto della storia la conoscete…), che avrebbe potuto scrivere due righe per spiegare le ragioni di quella evidente anomalia.
E quelli che hanno accusato il sottoscritto e tuttobiciweb di essere poco sensibili nei confronti del ciclismo? Mi spiace, non è così. Questo sport non solo mi sta a cuore, ma lo amo, non per questo mi posso girare dall’altra parte. Al contempo, però, vorrei ricordarvi quanto ebbe a dire lo stesso Primoz Roglic lo scorso mese di dicembre in occasione di un docufilm andato in onda sulla tivù olandese NOS. «Non ci posso credere. Due minuti. È una differenza enorme. E per di più in 36 chilometri. Spero che qualcuno calcoli i watt necessari per un'impresa del genere. Il ciclismo è arrivato ad un livello completamente differente, significa che si può vincere un giro con una sola tappa» disse Roglic a microfono aperto riferendosi alla performance di Tadej Pogacar alla crono finale del Tour. Noi chiaramente siamo quelli che non vogliono bene al ciclismo, lui invece è tanto buono.