Se dico “Ho fatto una randonnèe!”, / mi sento chiedere “Eccheccos’è? / Non sappiamo di cosa stai parlando!” / Eh sì, pochi conoscono le rando!.
Fausto Righetti, veronese di Negrar, 66 anni di cui gli ultimi 45 da tecnico di radiologia, specialista in Tac all’Ospedale Sacro Cuore di Negrar. Passioni: calcio, tennis, poi ciclismo. Tutta un’altra storia.
Il loro motto è: “Né forte, né piano / ma sempre tanto, tanto lontano”; / slogan perfetto e fatto su misura / per chi pedala verso un’avventura.
Parole sue: “Dapprima con una vecchia bici qualche giretto nei dintorni, poi 40-50 km e via fino alla mitica quota 100 con la quale mi sembrava di aver raggiunto l’apice. Invece, lasciandomi coinvolgere da un amico, un incredibile esperto di randonnée, ho partecipato alla VRV, la Verona-Resia-Verona da lui organizzata, una 600 km di tanta bellezza. E qui ho avuto modo di respirare un’aria nuova, fatta di amicizia e reciproco aiuto, ho scoperto un mondo davvero meraviglioso sia per le persone sia per il paesaggio, di notte, o all’alba, o al tramonto. E tutto questo mi ha contagiato”.
Ore e ore in sella all’amata bici, / tra la natura e una schiera di amici. / Amici veri, seppur con altra divisa, / di uguale sudore e fatica è intrisa.
Ancora lui: “Così negli anni a seguire ho partecipato a varie manifestazioni, Rando Imperator (Monaco-Ferrara, 600 km), Sicilia no stop, 1000 km con il periplo dell’isola, un poker di rando in Sardegna per un totale di 1500 km in cinque giorni, una Tirreno-Adriatico di 600 km, la Salerno-Amantea-Salerno, 600 km, stupenda la costa cilentana, per finire con la famosa PBP, la Parigi-Brest-Parigi del 2019, una vera Olimpiade del randonneur con 6800 partecipanti provenienti da ogni angolo del mondo, esperienza indimenticabile, da pelle d’oca. Lo scorso anno ho anche promosso una randonnée, in periodo di Covid, quindi solo per pochi, la SclerRando’S, partenza e arrivo a Peschiera, 570 km e un dislivello di 8800 metri, dura ma bella”.
Ciclisti particolari, questi “randagi”, / un tantino “fuori” però mai malvagi. / Amano lo sport, sincero e genuino, / cogli anni migliorano, come il vino!
Finché Righetti si è sublimato: “In molte di queste esperienze ho pedalato in solitaria, così in me nascevano tante idee e quella di mettere le varie sensazioni e cose vissute in una ode è stato un piacevole modo di non disperdere questo mio bagaglio. Spesso mentre pedalavo mi venivano strofe incredibili, che poi puntualmente dimenticavo o non ricordavo nella stessa maniera. Ho impiegato tanto a scriverla perché avevo deciso che non doveva essere buttata lì senza un’opportuna riflessione. Ho anche cercato di non ripetere mai la stessa rima, almeno nel suono, come ho cercato di non utilizzare mai il ‘che’”.
I mezzi son pesanti, colmi di borse... / davvero strane, direte, queste corse, / ma vi prego, non chiamatele così, / son rando e... durano più di un dì.
“L’Ode” è lunga, lunga quasi come una randonnée. Ma un’altra quartina ci sta.
Scegli una distanza e sfidi te stesso / seguendo un tragitto ben impresso. / Giri il mondo, guardi nuovi orizzonti, / osservi mari, laghi e maestosi monti.
Ancora una, dai, l’ultima.
Al via non c’è ressa, neppure griglia, / si va d’accordo, nessun parapiglia. / Si parte di buon’ora, è subito festa, / c’è allegria, niente grilli per la testa.
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