Elia Viviani torna a sorridere dopo qualche giorno di grande e comprensibile agitazione e racconta così la sua disavventura: «Domenica durante l'allenamento, ero in Italia, il mio cuore durante un lavoro in salita è balzato da un numero normale di battiti dino a 220 per 20-25 secondi: l'ho sentito e vi confesso che mi sono spaventato. Ho chiamato il mio medico italiano, Roberto Corsetti, cardiologo che mi segue da quando sono passato professionista, quindi da più di dieci anni: gli ho spiegato la situazione e lui ha subito deciso di fare degli approfondmenti, così l'ho raggiunto, ha fatto subito un elettrocardiogramma e un eco da sforzo per cercare di capire da dove venisse quell'artimia strana».
E ancora: «Grazie ai suoi rapporti con il professor Antonio Dello Russo ed il suo staff, che opera all'Ospedale Univeristario Torrette Lancisi di Ancona, già lunedì sono stato ricoverato. Sono stati fatti altri accertamenti, un nuovo elettrocardiogramma e poi un'ecografia nella giornata di martedì, quindi oggi un controllo elettrocardiologico: si è provato a stimolare questa strana aritmia per replicare quello che era accaduto, ci siamo riusciti, il cuore è partito ancora a 220 battiti come era accaduto in allenamento e in quel momento è stata effettuata una ablazione. Ora sto bene, il problema è risolto, ho un chip sotto la clavicola sinistra che registra l'attività del mio cuore: sono ottimista, voglio tornare in bici presto. Si parla di un recupero in 15 giorni, domani torno a casa a Montecarlo, nei prossimi giorni vedremo di capire quando e come ripartire con il lavoro. Confido che il mio programmia resti uguale quindi con esordio all'UAE Tour, Tirreno e poi le classiche. La mia condizione era buona prima di questo stop, quindi sono tranquillo da un apart ee deterfminato dall'altra per vivere la stagione del riscatto di cui ho bisogno. Ringrazio il team che tramite i dottori Michel Fontaine e Dario Spinelli è rimasto in contatto continuo con il dottor Corsetti: ora serve solo continuita e la voglia di ripartire che certo non mi manca».
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