È ancora Ecuador al Giro d’Italia, ancora è il team Ineos Grenadiers che coglie il terzo successo in questa edizione della corsa rosa. Jhonathan Narvaez trionfa sul traguardo di Cesenatico arrivando solitario al traguardo sotto una pioggia battente al termine di una tappa di 204 km che ha premiato la fuga di giornata.
«Il clima ci ha messo veramente alla prova, siamo stati in fuga tutto il giorno e abbiamo usato molte energie - spiega Narvaez descrivendo gli ultimi chilometri di corsa -: all’orecchio avevo il mio direttore sportivo che mi incitava e mi informava del vantaggio che avevo. Mi ha detto di aspettare a dare tutto, di risparmiare un po’ di energie, ma io avevo l’adrenalina a mille, stavo veramente bene e così ho spinto più che potevo. Nonostante la concitazione dei chilometri finali, non ho mai perso la calma: mi sono sempre alimentato ed idratato, alcuni tante volte non ci pensano, ma invece è la cosa più importante».
E ancora: «Questa è la mia prima vittoria in una grande corsa a tappe e ho una dedica speciale: è per Nicolas Portal (il diesse della Ineos, scomparso poche settimane fa a causa di un infarto, ndr) che mi ha insegnato tutti i segreti dell'essere corridore. Se sono arrivato fin qui lo devo a lui».
Sembra proprio portare bene l’Italia per Narvaez che ad inizio settembre aveva vinto la penultima frazione e la classifica finale della Settimana Internazionale Coppi e Bartali sempre in terra romagnola, precisamente a Riccione.
«Mi ricordo bene quando ho vinto la Coppi e Bartali, è stata proprio una bella emozione, non so con esattezza se le strade siano le medesime, ma la zona è la stessa, a questo punto devo dire che mi porta bene. Quest’anno ci siamo presentati al Giro con l’obiettivo di conquistare la maglia rosa con Thomas, poi le cose sono andate diversamente e così ci siamo dovuti reinventare: penso che sia io che i miei compagni stiamo interpretando la corsa al meglio. È un’edizione non facile, ogni giorno il covid ci pone un problema in più, addirittura alcuni dicono che c’è la possibilità di non arrivare a Milano. Negli scorsi mesi abbiamo passato un lunghissimo periodo senza correre, alla fine tutti siamo qui per questo, non capisco chi voglia il contrario. Io mi sento bene e sono pronto a dimostrare ancora molte cose...».
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