Matteo Zurlo è il fratello minore di Federico Zurlo, prima professionista con la Lampre e la Uae Emirates e oggi impegnato nella categoria Continental con la maglia della Giotti Victoria. «A mettermi in bici è stata proprio la passione di Federico. Il fatto di avere un fratello che si è fatto esperienza nella categoria maggiore ti aiuta, ti sostiene, ti spiega come non commettere errori».
Più scalatore che passista, Matteo ha dovuto fare i conti con un 2018 davvero difficile: «Mi sono dovuto fermare un anno intero per un problema al cuore, che mi trascinavo già dalla stagione precedente. Mi provocava una frequenza di tachicardia, così ho subito due interventi di ablazione al cuore. Fortunatamente tutto si è risolto e l'anno scorso è andato tutto bene».
Zurlo ha chiuso infatti il 2019 con i successi nel Giro del Piave e a Gambellara, nel Vicentino. E' salito alla ribalta anche al Giro del Veneto, con due secondi posti di tappa, e la decima posizione in classifica generale: quarto alla Vicenza-Bionde, 17simo al Campionato Italiano Under 23 a Corsanico, Lucca.
Vicentino di Tezze sul Brenta, classe 1998, Matteo è un ciclista a tempo pieno che ha seguito il suo cuore: «Il mio batteva per diventare cuoco. Così mi sono iscritto all'alberghiero di Bassano del Grappa. Cucinare è la mia grande passione, stare ai fornelli mi rende davvero felice: guardo con stupore i piatti che preparo, e sono soddisfatto». Nel comune di Tezze (Le Texe in veneto), Zurlo vive con il padre Albertino, meccanico alla Wilier Triestina di Rossano Veneto, e la madre Tanzi Rocchetta (origini ciociare), casalinga. Matteo è il più piccolo di cinque fratelli: oltre a Federico, classe 1994, a casa Zurlo ci sono anche Loris ('80), Andrea ('83, ex calciatore) e Davide ('89, ex ballerino) quest'ultimi tre lavorano assieme al padre nell'azienda di cicli Wilier Triestina. Diplomato cuoco, alto 184 centimetri per un peso di 71, il giovane Zurlo gareggia per la formazione della Casillo Petroli Firenze Hopplà, team Continental diretto da Matteo Provini e Gianni Faresin, e del manager Omar Piscina.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Non sarebbe male avere una squadra di World Tour, permetterebbe ai giovani di crescere con più tranquillità».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per la Bicisport Linda, con una Bicipiù gialla nera».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Peter Sagan, l'unico ad aver vinto tre mondiali consecutivi».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Se tornassi indietro, correrei ancora in bicicletta».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò permaloso».
Il tuo modello di corridore?
«Mi emoziona Vincenzo Nibali».
Cosa leggi preferibilmente?
«Onestamente non sono un lettore».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«La bellezza».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più fiducia e spazio alle categorie giovanili».
Piatto preferito?
«Pizza».
Film che ti ha emozionato?
«Una serie tv, la Casa di Carta».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Più che collega, un fratello, Federico».
Il bello del ciclismo?
«La bici è libertà, stare all'aria aperta, è vita».
Paese preferito?
«Non ho dubbi in merito, l'Italia».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Di un ragazzo che si impegna molto in quello che fa».
Hobby?
«Mi piace cucinare».
La gara che vorresti vincere?
«Una tappa del Giro d'Italia».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«No».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Essere subito competitivo, e puntare al successo».
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