Enzo Coppini “Il Morino di Prato” (oggi, sabato 18 aprile, si festeggiano i 100 anni dalla sua nascita), ci lasciò a 91 anni, dei quali oltre 70 trascorsi nel ciclismo, vissuto in tutti i ruoli, da atleta, da direttore sportivo, da dirigente, da organizzatore e sponsor, conosciuto ed apprezzato da tutti. Personaggio poliedrico, fino da giovanissimo la sua passione fu la bicicletta; Enzo non amava la terra in modo profondo come il padre.
Ebbe in regalo da una donna per la quale faceva la spesa, la sua prima bici a cui mise subito il manubrio da corsa. La sua prima bici a 15 anni una “Gestri”, di lì a poco la tessera per la Ciclistica Pratese nata nel 1927 e la prima vittoria nel ’36. Fu atleta di ottima taglia, burlone e ciarliero, estremamente generoso. Gareggiò dal 1935 al 1951; sedici anni durante i quali militò in Italia e all’estero.
Per 16 anni fedele ai colori della Ciclistica Pratese 1927, prima come “aspirante” (ottenne anche il titolo toscano) quindi allievo, dilettante e indipendente. Nella sua carriera illuminata da alcune splendide prodezze vinse 22 gare, disputando 4 Giri d’Italia, la Rond de France nel 1946, quando s’impose un altro pratese eccellente del ciclismo, Giulio Bresci che abitava a Narnali, e il Tour de France del 1948 vinto da Gino Bartali. Fu protagonista al Giro dell’Algeria del ’49 e nel Giro d’Italia del 1950 al termine della tappa di Livorno, si dovette ritirare con le lacrime agli occhi essendo giunto quel giorno in forte ritardo.
Enzo Coppini fece anche la campagna di Russia, restando 22 mesi lontano da casa, ricevendo diverse medaglie al valore per meriti di guerra e fu presidente dell’Associazione Bersaglieri di Prato. Cessata l’attività ciclistica, mise in proprio (era il 1948) un negozio di bici in Piazza Ciardi e qualche anno dopo (dal 1958 al ’60) l’esperienza sull’ammiraglia accanto a un grande campione del pedale come Learco Guerra, suo carissimo amico. Coppini provò emozioni intense, sensazioni vibranti e fece piangere anche l’amico durante una gara.
“E’ stato quando Gaul – ricordava Guerra – nella tappa del Monte Bianco stava vincendo il Giro d’Italia. Enzo urlava e piangeva al tempo stesso in un modo tanto comunicativo che mi ha commosso fino alle estreme conseguenze”.
Dopo quella esperienza Coppini entrò nel ciclismo amatoriale come sponsor a fianco della Mobilmoderna ottenendo con la società due scudetti tricolori nel settore cicloturistico, svolgendo intensa attività organizzativa ed impegnandosi in tante iniziative sportive e non in seno alla Ciclistica Pratese 1927, società che ha amato profondamente. Non sarà stata una carriera eclatante e luminosa la sua, ma Enzo Coppini ha saputo offrire un’impronta marcata della sua personalità, della sua esuberanza, generosità, grandissima passione, ed a 100 anni dalla sua nascita, meritava questo ricordo.
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