L'ORA DEL PASTO. RESISTENZA CASALINGA? PERLE D'ARCHIVIO - 29

STORIA | 10/04/2020 | 07:45
di Marco Pastonesi

 


Il nome, Udillo, è misterioso. Il cognome, Badoer, è nobile. La sua storia comincia nel 1933, a Codevigo, a metà strada fra Padova e Chioggia. Ed è una storia stradale.


BAR “Nato nel 1933 in una famiglia di origini commerciali: avevamo un bar-trattoria a Fiesso d’Artico. Quinta elementare, poi barista”.

BICI “Ma la bicicletta era una passione. E correre mi piaceva. Due anni da allievo e due da dilettanti, nella Società ciclistica Giulio Bartali, ma senza risultati. Scesi dalla bici e salii in macchina. E da direttore sportivo i risultati finalmente arrivarono”.

SOCIETA’ “Era il 1959 quando fondai la Società ciclistica Fiesso d’Artico, dove c’era già il nostro bar-trattoria, con allievi e dilettanti. A sostenerla coinvolsi Alessandro Vittadello, che a Mestre aveva un’industria di confezioni di abbigliamento”.

SQUADRA “Nel 1965 Vittadello, appassionatissimo, decise di passare la squadra al professionismo. Lo aiutai a trovare i corridori. Ma siccome era già febbraio, cercai fra quelli senza squadra. Tra confermati e ingaggiati, la nuova squadra poteva contare su Severino Andreoli, Aristide Baldan, Renzo Baldan, Graziano Battistini, Lorenzo Carminati, Danilo Ferrari, Giovanni Knapp, Vincenzo Meco, Angelo Ottaviani, Aldo Pifferi, Alfredo Sabbadin e Pietro Zoppas. Ci chiamavano ‘la squadra dei disoccupati’”.

VITTORIA “La prima vittoria con Ferrari a Mirandola. Poi il Giro d’Italia. Knapp e Zoppas rimasero a casa, Meco e Aristide Baldan ci tornarono, però conquistammo due tappe, con Pifferi in volata a Torino e con Battistini da solo sullo Stelvio, la prima Cima Coppi nella storia del Giro. E pensare che Battistini, secondo al Tour de France del 1960, da tre anni non vinceva”.

STUPORE “Fu una soddisfazione enorme. Arrivati in sordina, disturbavamo molto. E negli occhi degli altri direttori sportivi, certi santoni come Pavesi, Sivocci, Pezzi e Albani, leggevo lo stupore”.

MOTTO “Il mio motto era: sempre all’attacco. Non avevo tattiche, detestavo aspettare l’ultima salita o individuare un punto strategico. L’importante era andare in fuga, sempre, meglio subito, all’avventura, allo sbaraglio. E questo modo di correre piaceva anche a Vittadello”.

SQUALIFICA “Poi venni squalificato. L’accusa era quella di correre da garibaldino: entravo scorrettamente in gruppo per rifornire di borracce i miei corridori. Il giudice mi diede sei mesi. Una punizione giusta, stando al regolamento, ma eccessiva: in fin dei conti, ai miei ragazzi, stavo facendo solo del bene”.

MOSTRA “Quando la squalifica si esaurì, tornai alla Vittadello. Non più come direttore sportivo, ma come collaboratore, senza incarico ufficiale. Facevo un po’ di tutto. Vittadello era contento, gli piaceva, si divertiva. La squadra si rafforzò: arrivarono Dancelli, De Rosso, Taccone, Schiavon, Vigna... E quella maglia con la V, inventata dal nipote di Vittadello e adottata fin dal secondo anno, ci metteva in mostra”.

FORZA “Il corridore più forte? Renato Bonso, di Marano di Mira: nel 1964 era dilettante con me, poi passò alla Mainetti e alla Gbc, aveva un potenziale enorme, amava la bici come se stesso, ma amava ancora di più mangiare”.

FURBIZIA “Il corridore più furbo? Endrio Leoni, di Dolo. Misurava la fatica con il bilancino del farmacista, ma ai -2 era là davanti a giocarsela in volata, aveva un cambio di velocità come nessun altro, e due volte, al Giro d’Italia del 1992, ha battuto Mario Cipollini, e una volta, al Giro del 1994, Giovanni Lombardi, con tanto di maglia rosa”.

DONNE “Il corridore più donnaiolo? Lorenzo Carminati di Zogno, a due passi da Sedrina, dov’era nato Gimondi. Ma anche Michele Dancelli ci sapeva fare all’infinito: potevi chiuderlo a chiave in camera e poi, senza neanche accorgertene, ti ritrovavi la chiave in tasca e la camera vuota”.

SOLIDARIETA’ “Ufficiale della Repubblica italiana per meriti sportivi. Sempre in prima linea con il ciclismo, da direttore sportivo e per solidarietà. Nella mia vita ho sempre pensato più agli altri che a me”.

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Chi va piano va sano e va lontano, ma nel ciclismo, come in tutto lo sport, è la velocità il fine primo e ultimo. Nel ciclismo di oggi si va velocissimo: ragazzi impazienti di affermarsi che si mettono in modalità...


Formula vincente non si cambia. Il Tour of the Alps - ormai da diversi anni - si fa riconoscere per caratteristiche chiare e idee ben precise. Tappe corte, trasferimenti brevi, altimetrie mai banali, nessuna passerella, nessuna volata, nessuna cronometro, attacchi...


Una bella conferma e una “sorpresa” nella gara juniores che ha aperto di buon mattino la due giorni di “Pasqualando” sul pianeggiante circuito della zona industriale di Ponte a Egola per la regìa organizzativa della Ciclistica San Miniato e di...


Dal IX Osservatorio Heliocare condotto da Cantabria Labs Difa Cooper è emerso in modo evidente quanta strada ci sia ancora da percorrere per una consapevolezza adeguata sui rischi causati dal sole. La prevenzione è fondamentale: un terzo della popolazione mondiale...


Jai Hindley è nato guardando l’oceano, a Perth, in Australia, ma è sulle montagne che ha trovato sé stesso. Per uno scalatore che si è rivelato e consacrato sulle cime del Giro d’Italia, con il secondo posto del 2020 e...


Crollò a soli 500 metri dall’arrivo. Quel giorno, l’8 giugno 1956, Giro d’Italia, tappa del Bondone, aveva sopportato 241 chilometri e altri 500 metri con quattro montagne, aveva resistito a pioggia, nebbia, freddo e infine neve, aveva indossato la maglia...


Per la prima volta in Italia e dopo il Giro delle Fiandre, anche l’Amstel Gold Race 2025 è in diretta esclusiva su Eurosport 1 e Discovery+, domenica 20 aprile alle 14.30, preceduta LIVE alle 13:00 dalla gara femminile. L’Amstel Gold Race che...


Aldo Parecchini, bresciano di Nave, nel cuore della provincia della Leonessa d’Italia, dove è nato il 21 dicembre del 1950, è stato un valido, eccellente corridore, professionista dal 1973 al 1980 in formazioni di primo rilievo anche a livello internazionale....


E’ la corsa della birra, ma anche del vento e delle strade strette. Più giovane rispetto alle classiche classificate come monumento, l’Amstel è il primo atto della settimana delle Ardenne, trittico di prestigio che soltanto in due hanno completato con...


Juan Ayuso, Romain Grégoire e Stefan Küng l’hanno vinto. L’uomo che sta riscrivendo la storia del ciclismo moderno, Tadej Pogačar, l’ha solamente accarezzato, così come Aleksandr Vlasov e Tao Geoghegan Hart. Una cosa è certa: il Giro del Belvedere di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024