Quell'omone forte e robusto non ce l'ha fatta. Il suo cuore si è fermato questa mattina alle 11.30, dopo averci illuso che tutto stava procedendo per il meglio, invece quella carogna del Covid-19 non ha mollato la presa e l'ha portato via con se. Giancarlo Ceruti è morto questa mattina nel nosocomio di Crema, dopo giorni di dura lotta contro questo male invisibile. «Mi ha chiamato il nipote e sono senza parole, ho il cuore in pezzi, ho perso un grande amico», ci dice tra le lacrime Luigi Rossi, presidente della Polisportiva Camignone, da sempre amico dell'ex presidente Federale, costantemente in contatto con la famiglia. «Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma il fisico negli ultimi giorni stava reagendo bene - ha aggiunto Rossi -. Poi il peggioramento. Un blocco renale e la telefonata che mi ha messo in ginocchio».
Dal 1997 al 2005 Giancarlo Ceruti ha guidato la Federciclismo. Ha vissuto in prima persona l’ascesa e il declino di Marco Pantani, l’oro olimpico di Bettini ad Atene 2004 e tanti altri momenti di gloria. Giancarlo Ceruti, cremasco di Pianengo, vent’anni nella Fiom di Cremona dal 1976, dopo essere andato in pensione si è allontanato e di molto dal mondo del ciclismo, quasi in un esilio volontario, continuando però a seguire tutto con grande attenzione e amore, senza però dimenticare gli amici veri. Si è dedicato allo studio, tanto da conseguire in questi anni tre lauree (in filosofia, in scienze politiche e in scienze antropologiche).
ARTICOLI CORRELATI