In Francia si corre ma - proprio come accade in Italia - si attendono con ansia i bollettini quotidiani emessi dal Ministero della Salute si fanno i conti, si cerca di capire, di sfruttare il tempo a disposizione per cercare una soluzione e si spera...
Il quadro della situazione coronavirus si fa più preoccupante di ora in ora in tanti Paesi della Vecchia Europa e cresce l'apprensione per quanto riguarda le gare di ciclismo più attese.
Detto che in Belgio si contano le ore che separano l'apuntamento con le grandi classiche del Nord e si spera di poterle disputare, in Francia già si è arrivati alle porte chiuse (esordio oggi alla Parigi-Nizza) ma si guarda con particolare preoccupazione alla Parigi-Roubaix. È vero che manca un mese all'appuntamento (in programma il 12 aprile, giorno di Pasqua) ma è altrettanto vero che la corsa partirà da Compiegne che si trova nell'Oise, dipartimento in cui ha avuto origine e sviluppo uno dei focolai sul territorio transalpino.
Estremamente realista Cristian Prudhoumme che a France Info ha dichiarato: «Seguiremo le raccomandazioni e le direttive delle autorità. Alla Parigi-Nizza siamo lontani dai focolai, ed è probabilmente uno dei motivi per cui le autorità ci lasciano correre».
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