Il momento è chiaramente molto delicato e complesso, per tutti. Sappiamo benissimo che ad Abu Dhabi stanno cercando di gestire una questione di estrema emergenza e gravità, ma è altrettanto vero che il buon senso non deve mai venire meno. E forse, in questo caso, qualcosa non ha funzionato nel modo più corretto. Riceviamo questa accorata testimonianza da Roberto Damiani, direttore sportivo della Cofidis, che da giovedì sera è blindato al quarto piano del suo hotel con altri quindici componenti del suo team. Nessuno di loro è risultato positivo, eppure restano blindati. Ecco il perché.
Caro direttore,
ti scrivo perché ritengo che ormai abbiamo passato il limite della decenza seppur in nome della sanità pubblica e del pericolo di contaminazione. Già conosci cosa è successo nei giorni scorsi ma ad oggi
solo i componenti di tre squadre sono costretti a rimanere nelle loro camere per paura di contagio del coronavirus visto che in due squadre hanno avuto tre persone con stati febbrili. Sono stati ricoverati ed è
stato escluso il coronavirus. Si trattava di normali patologie curabili normalmente. Tengo a precisare che la squadra Cofidis non ha mai avuto nessun problema e che ad oggi siamo qui confinati solo per essere stati
alloggiati al quarto piano, con le altre due squadre, senza minimamente prendere in considerazione che per una settimana almeno circa 500 persone si cono incontrate ed hanno vissuto insieme per più ore al giorno.
Devo dire che RCS, in qualità di organizzatore, sta facendo di tutto per risolvere il problema ma anche loro sembrano sbattere contro un muro di gomma. Ti invio in allegato la copia della tabella con gli esiti negativi dei test, che ogni squadra ha dovuto estrapolare personalmente nome per nome, da un solo computer messo a disposizione dalle autorità che asseriscono che senza questo documento non sarà possibile ripartire da qui.
Ti invio anche in allegato le foto della colazione e del pranzo che ci hanno portato oggi nelle camere da cui non possiamo uscire. Le camere non sono mai state pulite e nel corridoio vi sono ormai cumuli di
immondizie.
Questi sono i problemi materiali che si associano alla gestione psicologica del problema oltre al fatto che in queste condizioni gli atleti stanno perdendo tutto il lavoro fatto fino ad ora in gare e stage
di allenamento.
Ti informo che se nelle prossime ore non si sbloccherà la situazione inizierò lo sciopero della fame per difendere almeno i corridori e lo staff di cui sono direttamente responsabile in questa gara.
Un caro saluto
Roberto Damiani