Francesca Baroni, 20 anni, toscana della Versilia, sta vivendo il momento magico della carriera. Domenica scorsa la ciclocrossista della Selle Italia – Guerciotti – Elite ha gareggiato in maglia azzurra nella prova di Coppa del Mondo a Nommay, in Francia. E’ arrivata sedicesima assoluta nella corsa open, tuttavia gran parte delle atlete che l’hanno preceduta erano della categoria elite, più esperte e anziane; Francesca è una under 23.
Domani la Baroni sarà di scena a Hoogerheide (Olanda) sempre con la maglia della Nazionale italiana, in Coppa del Mondo.
Francesca, ritieni di essere al massimo della forma?
«Penso che la mia attuale sia una buona condizione, ma sinceramente se in questo momento è al massimo non sono in grado di dirlo».
In questa stagione invernale hai centrato il triplete: Giro d’Italia, Master Cross Smp e Campionato italiano. Storicamente sei l’unica donna ad esserci riuscita riguardo le competizioni open. Che effetto ti fa?
«Tanta soddisfazione per me e la mia squadra».
Vittoria nel tricolore di Schio a parte, qual è la gara in cui ti sei divertita di più vincendo? E qual è il giorno della stagione invernale 19-20 in cui sei andata più forte, a prescindere dall’ordine d’arrivo?
«Mi sono divertita di più alla gara di “casa” dell’Idroscalo. La corsa in cui credo di essere andata veramente forte è stata quella di Zolder, la prova di Coppa del Mondo del giorno di Santo Stefano».
Preferisci gareggiare su terreno asciutto o vuoi la pioggia ?
«Per me è indifferente, la preferenza può dipendere da planimetria e altimetria del circuito».
Vuoi le salite nel circuito del Campionato del Mondo?
«Lo preferirei con le salite anche se non conosco ancora il percorso, lo vedrò appena arriverò a Dubendorf».
A chi hai dedicato la maglia rosa del Giro?
«Alla mia squadra, a tutti gli sponsor in particolare Selle Italia e Androni Giocattoli e a tutti coloro che mi hanno supportato in un momento particolarmente difficile per me».
Dai primi di marzo correrai subito su strada oppure ti concederai una pausa?
«Ho intenzione di gareggiare su strada possibilmente iniziando dalla Strade Bianche, classica che mi affascina per i tratti di sterrato, per poi disputare l’internazionale di Cittiglio».
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