Andrea Piras è un corridore completo, di Cavenago Brianza, alle porte di Monza. Da piccolo corre la sua prima gara a Inzago, alle porte di Milano, con una Rossin giallarossa, secondo classificato. Al quarto tentativo stacca tutti e vince. E poi tanti successi tra gli esordienti e gli allievi, fino allo scorso anno (2 vittorie) al primo anno tra gli Juniores del team Aspiratori Otelli Vtfm Carin Nacanco. E' l'annata più bella, più gratificante per Piras che indossa la maglia azzurra al mondiale inglese di Harrogate (23simo nella crono) e arriva terzo nella generale del Giro della Lunigiana, dove conquista la maglia bianca di miglior Giovane. Al tricolore a cronometro sfiora il podio arrivando quarto.
Il cognome Piras è tipicamente sardo ed è il secondo per diffusione in Sardegna, superato soltanto da Sanna. La prima tifosa di Andrea è infatti nonna Pasqualina che è nata a Villacidro, il paese di Fabio Aru, e ora abita a Monza. Papà Pier Paolo e mamma Daniela sono invece monzesi di nascita e gestiscono la Gelateria "Il Ranocchio" a Cavenago Brianza, e il Bar-Trattoria "Kontatto" a Inzago. Andrea, che ha ereditato dal fratello maggiore Davide (ha corso fino agli allievi e ora lavora nella gelateria di famiglia) la passione per la bici, studia per diventare Animatore Turistico Sportivo all'Istituto Comprensivo "G.Marconi" di Concorezzo.
Non ha ancora compiuto diciotto anni (li festeggerà il 5 febbraio, ndr), ma Andrea è già nel gruppo di quei giovani talenti che non passano inosservati. Piras è atteso quest'anno dalla seconda e ultima stagione con gli juniores, che affronterà sempre per colori del team Aspiratori Otelli Vtfm Carin Nacanco diretto dall'ex professionista bresciano Giambattista Bardelloni.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Il bello di questi anni è che finalmente stiamo crescendo in campo internazionale».
A quale età hai cominciato a correre?
"«Da G1, avevo 7 anni, con la Sco Cavenago e la prima bici è stata una Rossin gialla e rossa».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per come vinceva e per le sue doti di scalatore».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un ritardatario».
Altruista o egoista?
«Altruista».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Gli occhi».
Sei social?
«Instagram è la mia piattaforma preferita».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Metterei meno pressioni nelle categorie minori».
Piatto preferito?
«Lasagne e pizzoccheri».
Hobby?
«Nessuno in particolare, il tempo libero lo trascorro con la mia ragazza, Martina Bellardi».
La gara che vorresti vincere?
«La Milano Sanremo per far felice mio nonno Michele».
Televisione, cinema o teatro?
«Un pò la tivù e ogni tanto il cinema».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Oggi hanno smarrito la manualità in molte cose, e questo per colpa della tecnologia, anche se da un lato tutto ciò è positivo. Però era meglio una volta quando ci si guardava negli occhi...».
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