Con Federico Guzzo parliamo di ciclismo trevigiano, la provincia del Veneto in cui si organizza il maggior numero di corse corse in Italia. Diciotto anni, di Godega Sant'Urbano, Guzzo si presenta come un giovane interessante, schietto, che in salita deve ancora dare il meglio delle sue possibilità. Dai nonni Rino e Arduino eredita la passione per la bicicletta, che tramuta in agonismo a 11 anni militando nel Velo Club San Vendemiano. Cinque successi nel 2018, uno soltanto lo scorso anno a Palù di Giovo, in Trentino, nel paese dei Moser. Però nelle corse è sempre piazzato, veste anche la maglia azzurra alla Corsa della Pace dove conquista la classifica di miglior scalatore, e al Gran Premio LVM Saarland, in Germania: quarto, quinto nelle tappe, undicesimo nella classifica generale primo degli italiani.
Nel carnet del 2019 spiccano inoltre il terzo rango a Passo San Boldo, il quarto a Col Alt, il quinto a Massa nel Gp Liberazione e ben quattro secondi posti. Guzzo è senza dubbio uno di quei corridori che quando va in fuga difficilmente viene raggiunto. Quando è giù dalla bici è sui libri: frequenta il Liceo Scientifico con indirizzo sportivo al "Dante International College" di Vittorio Veneto. In famiglia nessuno pedala: mamma Cinzia fa la fiorista, papà Daniele il meccanico di camion, e poi c'è Alessandro, il fratello maggiore (22 anni) laureando in Enologia all'università di Udine. Federico chiude l'avventura con il Cycling Team San Vendemiano - «mi sono trovato benissimo per il calore dimostrato come in famiglia»- per iniziarne una nuova nella Continental Team Monti diretta da Stefano Zanatta, Mario Scirea e Francesco Gharè.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Dobbiamo crescere. All'estero vanno più forte di noi, e hanno un'altra impostazione».
A quale età hai cominciato a correre?
«Ho esordito a 11 anni (G5) con il Velo Club Sanvendemiano. Ricordo che correvo con un telaio artigianale di colore verde».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per come pedalava in salita».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«No».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono pigro e testardo».
Altruista o egoista?
«Altruista».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».
Sei social?
«Abbastanza, mi muovo solo su Instagram».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«La mentalità in corsa dei corridori: bisogna dare più spettacolo agonistico».
Piatto preferito?
«Pizza».
Hobby?
«La compagnia degli amici».
La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».
Televisione, cinema o teatro?
«Cinema, i film d'azione».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«L'arrivo dei social ha cambiato radicalmente le generazioni. Impossibile fare dei paragoni con quelle di una volta».
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