Caro Direttore,
si dice che sognare non costi nulla. Con i tempi che corrono, dove si tende a monetizzare anche il nulla, qualche dubbio può esserci. Ma nell'imminenza del Natale, periodo in cui anche il favoleggiare è una sacrosanta tradizione, voglio continuare a credere che i desideri possano trovare ascolto, se non ne sia possibile la realizzazione. E così prendo metaforicamernte carta e penna e, da inguaribile innamorato del ciclismo, scrivo con fanciullesca semplicità ciò che... sogno gioverebbe certamente alle sorti del Pedale.
"Caro Babbo Natale, lo sai bene che amo il Ciclismo. Siccome sono stato proprio bravo, e ho fatto finta di non vedere i tempi grami che sta vivendo particolarmente in Patria questo ancora amatissimo sport, penso di poterti chiedere un regalino: senza che nessuno se ne abbia a male o si offenda, vorrei tanto poter riavere in gruppo tre Ccorridori che, a modo loro, hanno fatto storia. Solo tre, non ti chiedo poi tanto anche se potrei volerne altri , con nostalgia ed entusiasmo, che hanno un posto d'onore nella mia mente e nel mio cuore. Sono tutti e tre dei "Fuori-Classe", per titoli e meriti, quindi te li elenco in rigoroso ordine alfabetico:
BUGNO GIANNI. Grandiosamente inimitabile, nelle sconfitte così come nelle vittorie. Classe allo stato puro messa su di una bici da corsa. Poche parole, sempre misurate e mai fuori luogo, e tanti fatti. L'elogio della modestia, anche con due maglie iridate consecutive (e tanto, ma tanto altro!) in bacheca. In un tempo di superlativi sparati a vanvera e di campioni (o presunti tali...) ad ogni angolo, un corridore così non guasterebbe.
CIPOLLINI MARIO. Ci sarà pure un motivo se ha meritato appellativi come SuperMario o Re Leone! Nessuno ne ha mai scalfito l'immagine di imperatore delle volate, nè si vede all'orizzonte chi possa almeno emularlo. Professionista e professionale. spettacolare nel gesto atletico, quanto spettacoloso e personaggio una volta sceso di sella. Istrionico e carismatico. Rispetto al Gianni di molte più parole (in questo... non c'è gara), competente e scaltro affabulatore, ma all'occorrenza ascoltato come autorevole voce del gruppo . Manca tanto al ciclismo, anche e soprattutto per questo, un Mario così.
PANTANI MARCO. Se le montagne, le grandi salite del ciclismo, potessero parlare ci chiederebbero conto di come sia stato trattato il loro dominatore implacabile, ma amico anche nella sofferenza di un'ascesa quasi in apnea, e di come sia poi finito, abbandonato al suo tragico destino. E se fossimo persone con un minimo di decenza dovremmo, quanto meno, chinare lo sguardo e, tutti, chiedere pietà per non aver tutelato e preservato un simile patrimonio dell'umanità ciclistica. Un'esplosione di passione e ammirazione racchiusa in quel gesto rusticano della bandana gettata al vento, a segnare il confine tra gara ed impresa. Tra realtà ed epica, o mito. Quel che vi pare, ma... Pantani per sempre. Che Dio, e non solo quello del ciclismo, l'abbia in gloria !
Caro Babbo Natale, se esaudirai questo mio desiderio vorrà dire che alle renne hai preferito la bici. E crederò, vedendo i corridori impegnati nella loro bella e dura professione, che veramente ad ogni gara possa essere... sempre Natale.".
Cordialmente, Buon Natale agli Amici del Ciclismo