CIAO PRESIDENTE. L'ARCITALIANO CHE CI MANCHERA' E CHE FORSE HA FATTO SBAGLIARE ANCHE “LUI”

LUTTO | 03/10/2019 | 16:05
di Cristiano Gatti

Nessuno a questo mondo è insostituibile, i cimiteri sono pieni di gente insostituibile. Con un minimo sindacale di saggezza, questo lo si impara, nell’arco della vita. Ma si impara anche che quando se ne va una bella persona, il mondo si ritrova comunque un po’ più povero e un po’ più arido. E’ questo il caso, è questo il momento: Giorgio Squinzi non c’è più, e tutti quanti, in Italia, non possono non avvertire un autentico vuoto. Dico proprio così perché intendo proprio così: in tutta Italia. Non solo nel ciclismo o a Sassuolo. Se c’è una cosa che mi fa tristezza, in queste ore, sono i coccodrilli in cui si ricorda Squinzi come uomo di ciclismo e uomo di calcio. E’ evidente: anche questo ha fatto, nella sua vita. Ma con la mano sinistra, in fondo. Per pura passione e per puro divertimento. La verità vera però è molto più alta e molto più nobile: Giorgio Squinzi è riuscito a essere uomo in senso stretto e in senso totale, ovunque e comunque si sia trovato a operare. Nel tempo libero, riuscendo a ritagliarsi le sue oasi sportive e musicali, ma prima ancora nella realizzazione di se stesso, in famiglia e in azienda.


E’ questo che l’Italia, tutti noi, adesso dovremmo piangere e rimpiangere: il vuoto lasciato da una persona come non ce ne sono più, o in numero sempre più scarso e decrescente. La persona che mette assieme 83 aziende sparse nel mondo, quasi diecimila dipendenti, ma che non smarrisce mai il sentiero di casa e le cose buone della casa. La grandezza e la complessità degli affari, le sfide del mercato e del lavoro, senza mai dimenticare la grandezza e la centralità del domestico e del familiare. Intimo e pubblico con la stessa impronta marcata e lo stesso codice morale.


Non c’è più, ci viene a mancare nella casella vuota, il testimonial imperturbabile di un certo Made in Italy, che porta le proprie abilità in tutti i continenti, senza soggezioni e senza complessi di inferiorità, ma mai e poi mai si sognerebbe di rinnegare le proprie origini e di recidere le proprie radici, trasferendosi con armi e bagagli. Squinzi era uomo di mondo, ma essenzialmente e fermamente italiano. Ha voluto rimanerlo sempre, come tanti altri di noi, anche quando legioni di cialtroni della nostra stessa nazionalità suscitano indefessi l’irresistibile tentazione della fuga. Gli Squinzi non sono beoti, comprendono bene i limiti e i difetti di questa terra, ma ancora più fermamente decidono di restarci, per provare in qualche modo a cambiarla. A farla crescere, una volta per tutte.

Innegabilmente, è un’Italia sempre più affaticata e sempre più esasperata. Ma è un’Italia che ancora, cocciutamente, investe gli utili in azienda, anziché ingrassare i conti cifrati alle Cayman o aggiungere uno yacht davanti al Billionaire. Che invita gli operai al pranzo di Natale, non le ballerine alle cenette in Costa Azzurra. E’ un’Italia che sa godersi ancora le caldarroste allo stadio, o la salsicciata sul Pordoi, magari il giorno dopo un consiglio d’amministrazione con investimenti miliardari. E’ l’Italia di una borghesia produttiva e orgogliosa che ricorda e tramanda valori alti, così ben espressi da Thomas Mann nei Buddenbrook, in quel caso parlando della religione imprenditoriale in epoca ottocentesca.

Diciamoci la verità, fuori dal tumulto emozionale: tutti, anche quelli che di Squinzi non hanno amato o non hanno capito il copyright, oggi non possono negare che l’uomo fosse davvero così. La sua sobrietà, la sua semplicità, il suo coraggio, la sua grinta, la sua placida ironia. Qualcuno che senza alcun dubbio, tra inevitabili difetti e immancabili errori umani, ha comunque fatto del bene a tanta gente. E al suo intero Paese.

Personalmente, salutandolo con sincera malinconia, non voglio mancargli di rispetto raccontando il mio Squinzi. Se c’è una cosa che non sopporto, quando muore qualcuno, è che la gente usi lo scomparso per parlare in fondo di sé. Quella volta che mi ha telefonato, quella volta che mi ha detto la tal cosa, quella volta che mi ha fatto commuovere, quella volta che. Ciascuno ha il suo pezzo di cuore infranto, nelle ore del lutto. Ciascuno ha il suo album personale. Istintivamente, a me preme conservarmelo e godermelo in privato. E tanto deve bastare e basta.

Fuori dal personale, una cosa invece voglio aggiungerla. Adesso che la storia umana di Squinzi ha messo il punto, mi diverte pensarlo al cospetto del Giudice supremo, il Giusto più giusto dalla teoria implacabile, quella piuttosto feroce, è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Ecco, mi piace immaginare che persino Lui, davanti a questo ricco così strano, adesso si gratti dolcemente la folta barba, gli sorrida, lo accarezzi, e da vero amico lo accolga con divina soddisfazione, pronunciando parole nuove: benvenuto caro Giorgio, come vedi anch’io posso sbagliare.   

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Grazie Dottore
3 ottobre 2019 21:57 drinn
...e grazie Cristiano

Signor MAPEI
4 ottobre 2019 00:07 iepam2000
Illuminato Industriale, grandissimo sportivo, immenso UOMO.
Onorato di aver lavorato per LEI.
Riposi nella Pace Eterna
Grazie per l articolo al Sig Gatti giornalista che vede sempre oltre

Complimenti
4 ottobre 2019 11:55 lap1974
bellissimo ricordo.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Arriva la montagna ed ecco gli scalatori di Colombia alla ribalta. Edison Alejandro Callejas ha vinto per distacco la terza tappa del Giro d'Abruzzo, la San Demetrio ne' Vestini - Roccaraso di 160 km. Il 24enne corridore del Team Petrolike ha...


Torna a parlare Jan Ullrich e lo fa con Cosimo Cito di Repubblica, che ieri ha pubblicato una bellissima intervista al campione tedesco. Come scrive Cito  “a 51 anni, dopo aver toccato tutti i fondi possibili, Jan Ullrich ha ritrovato...


Il Giro d'Abruzzo si prepara a vivere la sua tappa regina: oggi si va da San Demetrio né Vestini a Roccaraso, 160 i km da percorrere in una frazione caratterizzata da salite in rapida successiome, alcune delle quali anche piuttosto...


Mancano poche ore alla Freccia del Brabante e al rientro in gara di Remco Evenepoel. Il belga tornerà nel gruppo dopo l’incidente avuto lo scorso dicembre mentre si allenava in Belgio. A prendere la parola sui mesi senza luce della...


“Non bastavano i ciclisti, i pedoni, i camion contromano: sulla SS36 gli automobilisti devono fare i conti anche con i lupi (o presunti tali).” Quando ci si imbatte in articoli di questo tenore, per chi – come noi – da...


Con Mauro Gianetti, team principal UAE, per valutare la prestazione di Tadej Pogacar alla sua prima Parigi-Roubaix. Con Luca Guercilena, general manager Lidl Trek, presente in studio, per raccontare l’inizio di stagione prorompente della sua formazione. Ma anche con Elian...


Per il quarto anno consecutivo e fino al 2027 le maglie di classifica del Tour of the Alps, la gara Euroregionale UCI Pro Series, che si svolgerà dal 21 al 25 aprile 2025, sono firmate da Alé. Familiarmente abbreviato in TOTA...


Lo chiamavano Cencio. Nessun riferimento a panni o stracci, ma solo il diminutivo, familiare e affettuoso, di Vincenzo. Vincenzo Mantovani detto Cencio: un argento olimpico e due argenti mondiali nell’inseguimento a squadre da azzurro, la Milano-Tortona e la Milano-Bologna da...


C'è un che di esotico in testa alla classifica dell'Oscar tuttoBICI Gran Premio Jayco AlUla riservato agli Élite: al comando è balzato infatti Giacomo Ballabio che da anni corre all'estero e questa stagione difende i colori della austriaca Hrinkow Advarics....


La terza Parigi - Roubaix consecutiva di Mathieu van der Poel ma non solo. Anche il doppio successo della UAE Emirates con Covi e Oliveira nelle prime due tappe del Giro d’Abruzzo prima dell’arrivo dell’Aremogna di oggi che sarà decisivo...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024