Tra i corridori attesi come grandi protagonisti al Tour, Richie Porte è quello che arriva alla partenza con i fari più “spenti” rispetto a tutti gli altri: «Devo ammettere la stagione finora non è andata come volevo, quindi arrivare al Tour con molta meno pressione che negli ultimi anni non è sbagliato. Ho solo bisogno di stare bene: abbiamo una buona squadra, domani la cronosquadre sarà una tappa cruciale per noi. In allenamento siamo stati bravi, siamo stati veloci, siamo stati fluidi e questo ci fa ben sperare».
Il tasmaniano torna poi sul suo inizio di stagione: «Non è stata stata una scelta, quella di iniziare più lentamente la stagione. In realtà il mio programma di gara ha dovuto cambiare più volte perché mi sono ammalato: ora sono pronto ma voglio pensare un giorno alla volta e vedere come va tutto. Penso che le ultime tre tappe nelle Alpi siano davvero quelle decisive, quindi non è una brutta cosa arrivare qui un pochino sottotono. Quest'anno ho pedalato in altitudine più di quanto avessi mai fatto, allenandomi a Sierra Nevada, nello Utah, e poco prima di arrivare qui, a Isola 2000. Abbiamo fatto ricognizioni nelle tappe delle Alpi subito dopo il Delfinato, abbiamo studiato ogni particolare. E siamo pronti alla sfida».
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