Gianni Savio, numero 1 della Androni Sidermec, ha provato in ogni modo a fermare questa riforma ma non ci è riuscito. I suoi appelli, le sue proposte, le lettere che ha inviato all’UCI non hanno avuto risposta positiva. «Quando questa mattina abbiamo appreso della ratifica di questa riforma siamo rimasti sconcertati e soprattutto amareggiati. Ritengo che un movimento sano debba prevedere una fluttuazione di merito. Già oggi non ci sono 18 squadre che valgono il World Tour, figurarci 20. Questo è un sistema perverso nel quale i valori sportivi non servono più a nulla. Impone la partecipazione a delle squadre, taglia fuori quelle che vogliono prendervi parte davvero. Già le squadre Professional erano emarginate, ora saremo annientati».
Quale sarà il futuro della Atalanta del ciclismo?
«L’anno prossimo per noi sarà una stagione di transizione, poi cambieremo rotta, se potremo. Tenteremo di coinvolgere grossi colossi che ci permettano di sostenere ancora la nostra attività. Sarà un problema per i giovani: Egan Bernal, Ivan Sosa, Davide Ballerini sono cresciuti con noi. Altri talenti di questo tipo non cresceranno nelle Continental, l’esperienza che offrono loro le Professional è figlia di un mondo diverso, è un confronto costante con i professionisti senza pressioni. Probabilmente il governo del ciclismo intende creare un’oligarchia, le altre squadre devono sparire. Altre discipline che hanno seguito questa strada sono fallite. Mi auguro non succeda lo stesso al ciclismo che noi tutti amiamo».
Infine il “Principe” del ciclismo italiano manda una richiesta esplicita a Lega e FCI: «Invito nuovamente Lega e FCI ad intervenire concretamente, le nostre parole lasciano il tempo che trovano, voi forse potete ancora fare qualcosa».
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