Altra giornata no per Elia Viviani, che ha provato a spintare ma nel momento decisivo si è trovato con le gambe pesanti per colpa di pioggia e freddo che quest'oggi non hanno concesso tregua ai girini. «Quando mancava un chilometro, il mio compagno Senechal ha preso la testa della corsa, ci abbiamo provato, la strada era allagata, la scelta migliore era stare davanti. Poi il treno della Groupama FDJ ci ha affiancati e quando Gaviria e Ackermann sono partiti non c'è stato nulla da fare perchè avevano un’altra marcia. Per il piazzamento era davvero una guerra, non valeva la pena rischiare. Ritengo sia stata un'ottima scelta neutralizzare l'ultimo giro, bisogna capire fino a dove è giusto rischiare» racconta tremando al Processo alla Tappa. La domanda ora è, arriverà fino a Verona? «L'unica motivazione per arrivare fino alla fine, nella mia città, era la maglia ciclamino visto la durezza dell'ultima settimana. Con la penalità dell'altro giorno e il risultato di oggi ormai è impossibile che io possa vestirla. Proverò a vincere a Modena e Novi Liguri, ultime due occasioni per i velocisti, poi con la squadra tireremo le somme».