Aveva già vinto, ma mai in una corsa così importante. Fausto Masnada aveva alzato le braccia al cielo un anno fa al Tour of Hainan, oggi si è ripetuto a Baselga di Pinè aggiudicandosi la terza tappa del Tour of the Alps. Dopo la cerimonia di premiazione e l’antidoping, il 25enne della Androni Sidermec ha risposto alle nostre domande con ancora l’emozione addosso di un successo di grande portata.
«Questa è una vittoria che pesa, che vale, nel 2018 vinsi una tappa e la generale di una corsa in Cina, ma vincere in Italia dà tutta un’altra sensazione. Ieri ci eravamo messi in mostra io e il mio compagno Cattaneo finendo 3° e 4°, oggi volevamo centrare il risultato pieno e ci siamo riusciti. La tattica era semplice: stare a ruota e aspettare il finale, nel tratto in cui spianava l’ultima salita mi sono giocato la mia unica carta, anticipare la volata. Ho fatto uno scatto ed è stato quello giusto. Sia io che Mattia vogliamo portare a casa un buon risultato nella classifica generale».
E ancora: «Questa giornata è la dimostrazione che in altura abbiamo lavorato bene. Con la squadra abbiamo trascorso 10 giorni sull’Etna dopo il Giro di Sicilia. Questa vittoria ripaga il lavoro fatto, i tanti sacrifici affrontati per essere competitivi ad alti livelli. Il più grande? Stare lontano da casa. Sono molto legato alla mia famiglia e a Vittoria (la fidanzata con cui abita a Bergamo, ndr), stare mesi lontano da loro è pesante ma alzare le braccia al cielo al Giro d’Italia ripagherebbe tutto e anche da casa sono sicuro esulterebbero con me, come avranno fatto oggi».
Il suo sogno è conquistare una tappa alla corsa rosa. «Ho un’ottima condizione, sono consapevole che lottare per la generale sarà molto difficile, quindi punto alle tappe. Il mio modo di correre anno dopo anno sta cambiando, da compagni esperti come Gavazzi e Frapporti, da Gianni Savio e i tecnici in ammiraglia sto imparando a sprecare meno durante la corsa. I prossimi 20 giorni saranno fondamentali, voglio restare concentrato. Campioni come Nibali e Froome sono una spanna sopra di me, ma quando sono scattato oggi non ci ho pensato. Io lavoro ogni giorno per migliorarmi e do il massimo. Le gambe c’erano, ho colto l’attimo, nessuno mi ha seguito e sono riuscito a vincere».
Infine una curiosità sul suo nome, molto importante per il mondo del ciclismo: «Spesso mi dicono che è da predestinato. I miei genitori quando l’hanno scelto non seguivano affatto il ciclismo quindi non c’è nessun collegamento con il grande Coppi. Spero di ottenere anche solo la metà di quanto è riuscito a raccogliere lui nella sua strepitosa carriera. Sono contento di aver portato in alto il nome Fausto oggi».
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