Dopo la lunga esperienza accumulata con il BMC Racing Team, Richie Porte è pronto ad iniziare l'avventura con la Trek Segafredo.
«Questo è un grande team, non vedo l’ora di raggiungere questa squadra il 1° gennaio: credo sia quella adatta a me - si è così espresso il 33enne tasmaniano. - Voglio ringraziare il BMC Racing Team, i compagni di squadra e lo staff: è stata un’esperienza fantastica correre con questi colori negli ultimi tre anni. Ora sono pronto a vivere questa nuova avventura e ho l’ambizione di concentrarmi su un maggior numero di gare nel corso dell’anno. Chiaro, il Tour de France sarà ancora l’obiettivo centrale ma punterò maggiormente alle gare di una settimana, fra le quali quelle a cui non ho mai preso parte nel corso della mia carriera».
Dopo le vacanze a Londra con la moglie, si è presentato (decisamente fuori forma e controvoglia, ndr) al Tour of Guangxi, ultima corsa in maglia BMC. «Mi sono goduto il tempo con questa squadra, ma siamo giunti alla fine di un capitolo. Trovo molto stimolante la nuova sfida propostami dalla Trek Segafredo. Parlare con Luca Guercilena è stato entusiasmante: è un bravo ragazzo, competente, conosce lo sport, è bello avere come manager uno che conosce bene tutti gli aspetti del ciclismo».
Dopo il primo training camp con la squadra a Manchester e poi in Danimarca è tornato in Australia per preparare la nuova stagione. E a proposito del nostro paese, con il quale ha un forte legame, racconta: «Devo ringraziare moltissimo l'Italia che mi ha “educato” ciclisticamente parlando. Ho disputato i miei primi tre anni da dilettante da voi, in Toscana, dove ci sono le corse più difficili. È triste vedere che ora il movimento italiano soffra, che ci siano sempre meno gare e che le squadre facciano fatica. Mi dispiace. Mi ricordo team come Zalf e Finauto davvero professionali e ben organizzate. Chiacchierando con Gianluca Brambilla nel corso dell'ultima corsa del 2018 gli dicevo che voglio comprare un completino della Zalf per la mia collezione, è uno dei team più forti contro i quali io abbia mai corso».
Quale il ricordo più bello di quei tempi? «Vincere la prima corsa nel vostro paese, in quella occasione il mio ds di allora Andrea Tafi mi ha permesso di conoscere Bjarne Riis e di iniziare la mia carriera tra i professionisti».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.