ZACCANTI: "COME PRIMA STAGIONE TRA I PROF UN'ESPERIENZA CHE SERVE A CRESCERE"

PROFESSIONISTI | 16/11/2018 | 15:22
di Valerio Zeccato

Alla festa della Società Ciclistica Ceramiche Pagnoncelli, uno dei più longevi team del ciclismo giovanile che ha tagliato quest'anno il traguardo delle 46 stagioni di attività ininterrotta, era presente Filippo Zaccanti. Giovane scalatore di Albano S. Alessandro nato il 12 settembre del 1995. Il bergamasco della Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini è di casa alla Roncola, dove patron Paolo Pagnoncelli come da tradizione ha ospitato il convivio, avendo da dilettante trionfato due volte di fila nella classica Pessano-Roncola con la casacca del Team Colpack. Con il promettente atleta, già in buona evidenza al primo anno tra i professionisti soprattutto al Tour de Suisse dove per tre giorni è stato il leader della classifica del Gran Premio della Montagna (chiudendo alla fine al 7° posto), abbiamo tirato le somme della stagione appena messa alle spalle

E' arrivato il meritato riposo dopo tante pedalate. Che anno è stato il primo tra i professionisti e cosa chiedi al secondo tra i “grandi”?
“Adesso mi sto godendo le meritate vacanze per un mesetto, anche se tra pochi giorni è già tempo di ricominciare gli allenamenti. E' stata una bella stagione, ho accumulato esperienza che mi servirà per l'anno prossimo e, speriamo, per gli anni a venire”.


Nelle categorie giovanili e tra i dilettanti eri abituato a vincere. Tra i prof è chiaramente un'altra musica: cosa hai capito e cosa hai imparato nella stagione di esordio?
“Era più semplice stare nel gruppo, con i professionisti è normale che sia molto più complicato. Corro fianco a fianco con grandi campioni che ero abituato sin da bambino a vedere solo in televisione, e già questa è una cosa che un po' ti spiazza all'inizio. In corsa c'è un ritmo completamente diverso e diventa tutto più difficile. Comunque basta prenderci la mano e poi si vedrà con gli anni il grado di competitività”.


Con chi hai legato di più in questo primo anno? 
“Con Alan Marangoni mi sono legato tantissimo. Sono proprio contento per la sua vittoria in Giappone al Tour de Okinawa nell'ultima gara della sua carriera. Poi anche con Simone Ponzi mi sono trovato molto bene; ma in generale con tutti i compagni della Nippo-Vini Fantini ho avuto un bellissimo rapporto”.

E degli avversari chi ti ha impressionato di più?
“Ho corso con Sagan, Froome e tanti altri. Correre accanto a loro ti fa impressione perché eri abituato, come ho detto prima, a vederli fare grandi imprese solo in televisione. E questi due che ho citato mi hanno impressionato più degli altri”.

Hai qualcuno di questi grandi campioni come punto di riferimento?
“Imitare qualcuno di questi atleti è impossibile. Ti puoi ispirare a qualcuno, io non ho fatto in tempo a vedere le sue grandi imprese, ma sono legato molto a Marco Pantani”.

Quando farai il primo raduno?
“Sarà dal 22 al 25 novembre a Vicenza. Tre giorni per conoscere i nuovi compagni di squadra e per organizzare il calendario”.

Negli Juniores avevi vinto nel 2013 la 3Giorni Orobica, l'impegnativa corsa a tappe; tra i dilettanti hai dimostrato grandi doti di scalatore vincendo due anni di fila la Pessano-Roncola, la Cirié-Pian della Mussa in Piemonte nel 2014, a Vinci (Fi) nel 2016 e Ossario del Pasubio (Vi) nel 2017.

Pensi di poter essere un corridore per le corse di un giorno, o poter aspirare anche ad una buona classifica nelle brevi corse a tappe?
“Difficile dirlo dopo un solo anno tra i professionisti dove tutto cambia. Adesso come adesso penso che nelle brevi corse a tappe secondo me posso puntare non alla classifica, ma a vincere una tappa. I grandi giri non ne ho ancora fatti e quindi non so proprio come potrebbe essere la mia reazione”.

Fausto Masnada, orobico che abita vicinissimo alla Roncola, di un paio di anni più “vecchio”, dopo la prima stagione di apprendistato quest'anno si è tolto la soddisfazione di vincere anche nei professionisti.
Queste vittorie dei giovani danno anche più stimolo e carica a chi è alle prime pedalate nella nuova realtà?
“Fausto è un mio carissimo amico, lo sento ogni giorno e spesso ci alleniamo insieme. Siamo molto legati e sono stato al settimo cielo quando ha vinto in Cina. Pedalando insieme, e vedendo che lui è riuscito a vincere facendo un percorso che ho seguito anch'io da oramai sei anni, mi dà un grande stimolo e mi fa pensare di potercela fare a prendermi qualche soddisfazione”.

 

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