ANTONIO ULIANA È VOLATO VIA

LUTTO | 10/08/2018 | 15:55
di Marco Pastonesi

Aveva visto l’inferno. “Ma stava in cima a una salita, non in fondo a una discesa. Ed era bianco, non buio e nero, ed era gelido, non bollente e infuocato”. L’8 giugno 1956, ventunesima e terzultima tappa del Giro d’Italia, 242 chilometri da Merano al Bondone, e l’inferno era proprio sul Bondone. “Nella bufera di neve stavo vicino a Gastone Nencini, il mio capitano, che era in classifica. Lo incitavo, lo incoraggiavo, lo pregavo, lo imploravo: ‘tieni duro’. Il suo piazzamento valeva soldi anche per noi gregari, finché, all’improvviso, Nencini cadde a terra, gli occhi rivoltati, il corpo immobile, e venne caricato su un’ambulanza. Stavo così male che sull’ambulanza volevo salirci anch’io, ma Rolly Marchi, il nostro direttore sportivo alla Chlorodont, mi urlò che ero rimasto l’unico della squadra ancora in corsa, e che dovevo arrivare al traguardo. Strinsi i denti, pregai la Madonna, pensai a casa, e ci arrivai, sul Bondone, sesto, con le mie gambe”.


Oggi, verso le 13, le sue gambe e il suo cuore non ce l’hanno più fatta. Antonio Uliana è morto nella sua Vittorio Veneto: il 16 luglio aveva compiuto 87 anni. Gli annali del ciclismo riassumono il suo pedalare in sette anni di professionismo (dal 1954 al 1960), in cinque squadre (Torpado, Leo-Chlorodont, Bottecchia, Molteni e Atala) e in tre vittorie da professionista (e da emigrante: una tappa alla Vuelta del 1995, al Giro d’Europa del 1956 e al Giro di Svizzera del 1959), più una – fra le altre – da dilettante (la Popolarissima del 1953), che in Veneto ha lo stesso peso di un Mondiale. Ma nulla può restituire tutto quello che Uliana ha dato e tramandato, ha regalato e raccontato, ha sofferto a forza di pedali. L’ultima volta lo scorso aprile, a Feltre, quando per la festa della bicicletta “W la bici viva” è tornato su quei tornanti apocalittici del Bondone: “All’arrivo mi trasportarono in un albergo, mi spogliarono, mi fecero entrare a forza in una vasca, metà acqua e metà sporco, perché prima di me c’erano già stati tre o quattro corridori. Dai piedi mi uscivano due fili di sangue. In discesa dal Brocon, sulla strada fradicia di pioggia, avevo frenato con i piedi consumando prima la suola, poi la lama di acciaio, poi le calze, infine la pelle”. E le sue parole, dolcificate dall’accento veneto, hanno incantato non solo gli studenti delle medie di Fonzaso (l’incontro si è tenuto nella sede della Manifattura Valcismon della famiglia Cremonese), ma anche altri uomini di sport (l’ex pugile Paolo Vidoz) e di ciclismo (Franco Testa e Andrea Peron).


Uliana fu anche maglia nera al Giro d’Italia del 1959: ottantaseiesimo, e ultimo, a tre ore, trenta minuti e cinquantatré secondi da Charly Gaul, l’Angelo della montagna (copyright di Pierre Chany) o la “ballerina delle Dolomiti” (copyright di Giovanni Mosca). A una media di 35,9 all’ora, più o meno 125 chilometri di distacco. Per il mio “Spingi me sennò bestemmio” (Ediciclo), Uliana ha raccontato che “a una settimana dalla fine sembrava che Jacques Anquetil potesse arrivare primo, a cominciare dall’alto, e io, a cominciare dal basso. Un giornale ci fotografò e ci intervistò come se io fossi il primo e lui l’ultimo. Ad Anquetil domandarono come fossi da capitano, e lui – divertito ma serio - rispose che ero buono e generoso. A me domandarono come fosse Anquetil da gregario, e io – per ridere - risposi che era giovane e inesperto, che perdeva le borracce per la strada e quando riusciva a portarmele, aveva messo così tanto tempo a risalire il gruppo che l’acqua era diventata calda”.

Aveva il senso dell’umorismo, cioè una leggerezza di spirito cui non corrispondeva eguale leggerezza nelle salite. “In quel Giro si scalarono Abetone, Vesuvio in cronoscalata, il Pian delle Fugazze, nella stessa tappa Brocon, Rolle e Costalunga, e in quella decisiva Gran San Bernardo, Forclaz e Piccolo San Bernardo, con Gaul aeronautico e Anquetil in crisi di fame”. Anche Uliana fu, a suo modo, un fuoriclasse: “Siccome nelle crono gli ultimi partono per primi, il giorno del Vesuvio partii quasi subito, arrivai in albergo, mi misi a tavola e ordinai una zuppa di pesce. Due miei compagni non resistettero alla tentazione e, nonostante il divieto del massaggiatore, anche loro mangiarono la zuppa di pesce. Ma dovevano ancora correre. E quando corsero, con la zuppa che gli tornava su a ogni pedalata, finirono fuori tempo massimo”.

La vita è una ruota, e Uliana lo sapeva bene: a Vittorio, era stato un’autorità prima nelle due ruote, da corridore, poi nelle quattro, da carrozziere. “E pensare – diceva – che cominciai su una baracca, fatta con gli avanzi di altre biciclette, presi di qua e di là, e la catena continuava a cadere, tanto che erano più le pedalate a vuoto di quelle a pieno”.

I funerali saranno celebrati lunedì alle 16.30 nella Chiesa Parrocchiale Santa Maria Assunziata in Meschio a Vittorio Veneto.

nella foto, Antonio Uliana è il secondo da sinistra

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Per volare vola e pare un gabbiano. Potente ed elegante, financo regale. Eppure Jo­na­than Milan, l’uomo sul quale il ciclismo italiano prova a ricostruire il proprio futuro pensando al proprio passato, si sente un toro. Sarà per quel suo fisico...


Se per tutti noi il periodo delle feste è speciale, lo è ancora di più per un giovane atleta. E allora scopriamo come passava il Natale il giovane Fabio Aru.«Quando correvo, durante il periodo di Natale avevo la possibilità di...


Riuscire a vincere al primo anno tra i pro’ non capita a tutti. Davide Persico però, salito di categoria all’inizio del 2024 con la maglia della Bingoal-WB, ce l’ha fatta portandosi a casa la sesta tappa del Tour of...


Dicembre è tempo di squadre in ritiro e rose da ufficializzare, un "valzer" nel quale alcuni corridori possono rimanere senza contratto per la stagione che comincerà poco dopo. Uno degli italiani ancora in cerca di squadra è il classe 1997...


È Natale, rosso e bianco sono due dei colori che caratterizzano questo periodo di festa. Gli stessi colori evocano ricordi speciali a Cristina Tonetti: «Sono i colori della maglia a pois!». L’ atleta della Laboral Kutxa – Fundación, lanciandosi in...


Con l’ingaggio di Joe Pidcock, fratello minore di Tom, la Q36.5 Pro Cycling Team ha chiuso il suo roster per la stagione 2025. Venticinque i corridori in organico in rappresentanza di ben 12 nazionalità : Australia, Belgio, Canada, Germania, Irlanda,...


Filippo Pozzato è persona che ferma proprio non ci riesce a stare. Nemmeno a Natale. Lunedì, insieme a una trentina di persone, si è messo a pedalare nei dintorni di Bassano del Grappa su percorsi perlopiù gravel, non facendosi spaventare...


Una manifestazione sportiva animata da atleti di diverse fasce d’età ed anche una giornata di festa in cui gli amanti del ciclismo si incontrano per vivere la loro passione. È grazie a questo mix che il Cross della Vigilia è...


Natale si trascorre in famiglia, ma se a tavola una sedia resta vuota non si può fare festa. Soprattutto se il posto libero era di un ragazzo di 21 anni che aveva tutta una vita davanti e nel nuovo anno...


Si era preso una pausa ed ora è pronto a tornare in sella. Andrea Pusateri, classe 1993, in realtà non ha mai smesso amare la bici, semplicemente aveva scelto di pedalare verso nuove avventure ma adesso ha scelto di tornare...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024