DOPING. MONDO GLOBALE E REGOLE CHE VALGONO PER ALCUNI

DOPING | 29/12/2017 | 09:39
Lo si dice spesso, ognuno deve guardare a casa propria, ma quando la casa fa parte di un mondo globalizzato e di uno sport sempre più planetario, dove la regole dovrebbero essere uguali per tutti gli atleti che si fregiano del titolo di professionisti, allora è il caso di aprire le finestre e cercare di far cambiare aria. Il nostro Angelo Costa prende ad esempio un caso esemplare, quello del calciatore Fabio Lucioni, capitano del Benevento, trovato positivo ad un anabolizzante, ma ancora in campo. Altro che scandalo Froome...

Nel silenzio generale, per non dire nell’indifferenza dei principali media, è tornato in campo Fabio Lucioni, il capitano del Benevento fermato nello scorso settembre perché risultato positivo al Clostebol, un anabolizzante, dopo un controllo effettuato al termine della partita col Torino. Su di lui pende ancora il giudizio del Tribunale nazionale antidoping, al quale la Procura ha chiesto di squalificare il difensore per un anno, tenuto conto di tutte le attenuanti possibili. A dargli via libera è stato il rinvio al 16 gennaio del procedimento, che coinvolge anche il medico del club campano, Walter Giorgione: essendo scaduti i termini della sospensione cautelare, in attesa di esser giudicato il giocatore può tornare in campo.

Curioso mondo, lo sport italiano: con alcune discipline sceglie la linea dura, ad altri riserva ogni cautela. E’ lunga la lista degli atleti che, dopo l’esito positivo di un controllo, si sono visti privare della possibilità di gareggiare: compreso chi, al termine dell’iter giudiziario, è riuscito a dimostrare la propria innocenza. E’ successo nel ciclismo come nella canoa, nell’atletica come nel rugby. Vale come precauzione in presenza di quelle sostanze che, classificate come vietate, non possono mai essere assunte: fino a sentenza, si sta fermi.

Vero che ogni famiglia ha le sue regole, ma nel caso di Lucioni c’è un paradosso: si lascia libero di scendere in campo un atleta per il quale la Procura antidoping ha già proposto un anno di squalifica, riconoscendo la buonafede del giocatore, ma imputandogli di non essersi informato sul farmaco somministratogli con uno spray cicatrizzante dal medico sociale. Se questo lungo stop verrà inflitto nel procedimento di metà gennaio, il calcio dovrà necessariamente dare un peso alle partite (potenzialmente due, dopo quella già giocata e perduta a Marassi col Genoa nei minuti di recupero) in cui il Benevento avrà schierato Lucioni in attesa di giudizio: utilizzando il metro degli altri sport, come minimo bisognerà cancellare i risultati ottenuti dalla squadra campana. Servirà per non esporsi al rischio di eventuali ricorsi di squadre direttamente o indirettamente condizionate da quelle gare: difficile che un club possa serenamente accettare di perdere un piazzamento migliore in classifica per i punti lasciati in una partita giocata da chi non avrebbe dovuto esserci.

Angelo Costa
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COMMENTI
Giusto ma...
29 dicembre 2017 11:27 runner
E' vero: due pesi e due misure. Ci sono sport dove si può far tutto ed altri più controllati. Non ci piove e non è giusto.
Ma questo non deve essere un alibi.
Nulla toglie al fatto che nel mondo del ciclismo il doping sia, da sempre, una costante ed un sistema dal quale non si esce (perchè non si vuole uscire).
Vuoi vincere ad alti (e medi) livelli, andando "pulito"? Allora datti al cicloturismo e scordati la gloria ciclistica.
Purtroppo...

Assurdo
29 dicembre 2017 13:27 Savo
L ennesima dimostrazione di due pesi diversi ma ...poi tutti si scatenano con l articolo di Ricco\' che comunque ci mette la faccia e si prende la squalifica qui tutto tace anche a livello mediatico...

Le regole non sono uguali per tutti!
29 dicembre 2017 16:12 Pop78
Ma aprite gli occhi in tutti gli sport dove si produce un business esiste il doping,ogni disciplina sportiva ha il suo. Se gli altri sport per primo il calcio avessero un sistema antidoping ( cosa che non succederà mai) come il ciclismo io credo che i dopati sarebbero tantissimi. Ma voi vi immaginate il danno economico se un Campione del calcio del valore di 100 milioni di euro o più fosse trovato positivo? Non potrà mai succedere e per questo che dico che le regole non saranno mai uguali x tutti. Poi attendiamo la fine del caso Froome secondo me se ne discuterà per mesi perché mi immagino già come andrà a finire.....

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