La notte della leggenda: protagonista Paolo Bettini
| 22/12/2008 | 10:51 "La notte della leggenda", la notte dell'apoteosi. Ventisette anni di bici trascorsi in flash back, in poche ore, con in sottofondo, il commento della voce RAI del ciclismo, Auro Bulbarelli.
Ieri sera, nella discoteca "Babayaga" di Cecina Mare (LI), Paolo Bettini ha rievocato davanti ai suoi tifosi, ex colleghi e numerosi addetti ai lavori, la sua straordinari carriera ciclistica.
«Ormai pensavo che tu volessi aspettare i miei 90 anni e correre almeno per altri due anni» ha detto Alfredo Martini, rivolgendosi in tono affettuoso e sorridente al campione livornese.
Un po' commosso, ma lucido e sereno allo stesso tempo, Bettini ha cercato di entrare nei dettagli dei momenti salienti della sua carriera: la delusione per il 4° posto ai Mondiali di Lugano Under 23 quando, come ha ricordato Bulbarelli, «Sironi, oro pochi giorni prima nella prova contro il tempo, fu forse un po' egoista nel non voler concedere la soddisfazione della medaglia di bronzo ad un generoso Paolo Bettini».
È stato ricordato il non facile passaggio al mondo del professionismo: «la scuola di Ferretti è stata importante per me - ha sottolineato Bettini -. Con il "Sergente di ferro", nulla si affidava al caso. Sia pure per un anno soltanto, quell'esperienza è stata fondamentale per il prosieguo della mia professione».
Poi, la prima grande gioia, la prima grande affermazione: Liegi-Bastogen-Liegi, edizione 2000. Ha incominciato il suo ex C.T. Serge Parsani a ricordare quel grande successo: «Alla vigilia della corsa gli dissi:" Paolo, domani avrai la tua grande occasione. Dimostra che sei all'altezza". Con il tempo Paolo ha poi dimostrato che quando preparava un obiettivo, difficilmente avrebbe sbagliato. Quando Bartoli lasciò la Mapei, ero sicuro che il nostro uomo di riferimento sarebbe diventato Paolo Bettini».
Con il trascorrere delle immagini sui due maxischermi posizionati nell'ampia sala che ha ospitato i circa 300 intervenuti, Bulbarelli ha chiamato a raccolta Luca Paolini - forse l'amico più grande tra i colleghi -, accompagnato dagli altri due atleti che presero parte alla fortunata spedizione olimpica di Atene: Filippo Pozzato e Daniele Nardello. Unico assente: Cristian Moreni.
«Quel giorno mi hai fatto vivere una grandissima emozione - ha ricordato Bulbarelli a Bettini -. Pochi attimi dopo aver tagliato vittorioso il traguardo, ti sei voltato verso la nostra postazione, rivolgendoci un saluto».
«Solo perché pochi minuti prima della partenza, ti avevo detto di aspettarmi tra sei ore, con il titolo olimpico in tasca» gli ha risposto sorridendo il festeggiato.
La lunga serie dei successi, si è poi conclusa con i due titoli iridati e, momento particolarmente suggestivo e toccante, è stata la riproposizione della vittoria in maglia iridata del Giro di Lombardia, edizione 2006. Tutti i presenti, commossi nel rivedere Paolo in lacrime sul traguardo di Como, si sono alzati in piedi tributando una standing ovation al fratello Sauro, scomparso tragicamente pochi giorni dopo la prima affermazione iridata.
Sollecitato nel finale della serata dalle domande di Bulbarelli, anche il C.T. Ballerini ha volto essere esplicito nei riguardi del suo ex atleta: «Ho sempre detto che devo essere grato ai ragazzi che hanno sempre messo a frutto i miei insegnamenti e le mie direttive, dimostrando compattezza e spirito di squadra. Paolo è stato però il vero valore aggiunto. Con la sua classe, il suo temperamento e la sua personalità ha contribuito ad esaltare le mie scelte ed il mio ruolo alla guida della Nazionale».
Roberto Sardelli
Penso che i risultati fatti da Paolo Bettini in questi ultimi anni,hanno contribuito ad essere ORGOGLIOSI di LUI e di poter camminare a testa alta per essere ITALIANI.
Bravo Paolo! Umile,gentile,modesto e GRANDISSIMO !
Loriano Gragnoli tifoso storico di Ivan Basso
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