| 14/12/2008 | 15:43 Dopo i tanti, tristemente illusori ed erroneamente annunciati durante gli anni scorsi “uomini nuovi del ciclismo italiano”, va a finire che il vero uomo nuovo del nostro ciclismo ce lo ritroviamo in Toscana e più precisamente nel pistoiese. Ovviamente ci riferiamo a Francesco Ginanni, 23 anni compiuti il 6 ottobre scorso e che sta facendo letteralmente impazzire d’entusiasmo la cittadina di Casalguidi, situata ai piedi del mitico colle del San Baronto, vero tempio dello sport del pedale toscano. Una cittadina dove si mastica davvero pane e ciclismo, in cui abita il CT Franco Ballerini che certo non è rimasto insensibile agli exploit estivi di Francesco e in particolare alle strepitose vittorie ottenute colpo su colpo nel breve volgere di un mese nel GP di Carnago, nella Tre Valli Varesine e nel Giro del Veneto: non per nulla lo ha voluto come riserva della nazionale italiana professionisti al mondiale di Varese poi dominato da Ballan. E Francesco ha molto apprezzato questa convocazione in maglia azzurra, la prima da professionista dopo essere stato spesso azzurro da dilettante: «per me essere stato selezionato per la nazionale di Ballerini ha rappresentato un’esperienza memorabile, il degno coronamento di un’annata che non osavo sognare potesse essere così bella e ricca di soddisfazioni; trascorrere una settimana respirando l’atmosfera davvero unica di un campionato mondiale mi servirà parecchio in proiezione futura, quando proverò ad ottenere un’altra maglia azzurra, ma da titolare…».
L’ambizione di certo non manca a questo talentuoso passista che in molti dicono assomigliare parecchio a Paolo Bettini (e il suo spunto veloce sembra addirittura essere superiore a quello del “Grillo” appena promosso a motociclista RAI in occasione del Giro d’Italia del Centenario), reduce da un 2008 molto dispendioso nel quale ha svolto un un programma assai intenso, se si considera che è un neo-professionista, che ha disputato la sua prima corsa del 2008 a gennaio (il Tour de San Luis in Argentina) e che in totale ha accumulato una novantina di giornate di gara, fino alla Firenze-Pistoia a cronometro individuale di fine ottobre. La domanda allora sorge spontanea: non è che alla Diquigiovanni-PVC-Androni-Selle Italia ti abbiano tirato un po’ troppo il collo?
«No, va tutto bene, non sono affatto stanco. Ho imparato ad allenarmi meglio, sulla resistenza, ad aumentare progressivamente i carichi di lavoro e adesso nemmeno i chilometraggi più lunghi mi spaventano. Alla Diquigiovanni mi sono trovato benissimo, con un tecnico – Bellini – che è come un fratello e con un manager esperto come Gianni Savio; entrambi sanno gestire al meglio un giovane come me e io posso ora affermare che essere passato professionista con questa squadra è stata una scelta azzeccata, da augurare di cuore ad ogni giovane che debutta nella massima categoria del ciclismo».
La discontinuità di Gibo Simoni e il brutto incidente occorso a Camaiore a Bertolini forse hanno contribuito a responsabilizzare Ginanni?
«Può essere, ma comunque mi trovo in un club meraviglioso, con dei compagni di squadra che hanno avuto un ruolo essenziale nelle tre vittorie che sono riuscito ad ottenere».
E nel 2009 arriverà un altro “vecchio saggio” come Davide Rebellin.
«Da Rebellin, così come da Simoni o da Bertolini, ho soltanto da imparare ed avere in squadra atleti con un simile, enorme bagaglio di esperienza è il massimo che un giovane come me può chiedere per riuscire a maturare nel modo giusto».
Tutta Casalguidi è intanto in fibrillazione e si coccola questo nuovo idolo che nel 2009 ha già fissato degli obiettivi importanti: «La Milano-Sanremo è il primo appuntamento cerchiato in rosso sulla mia agenda e mi piacerebbe essere protagonista in questa corsa-monumento. Poi vorrei fare bene nelle altre classiche primaverili e quindi, se dovessi partecipare al Giro d’Italia (ma non è ancora sicuro-NDR), lo farò senza troppa pressione, con l’obiettivo massimo di vincere una tappa, magari quella di Firenze... L’altro mio grande obiettivo è la partecipazione al mondiale di Mendrisio, con il sogno di riuscire a conquistare una maglia di titolare nella nazionale italiana, come ho già detto in precedenza…».
E se il sogno mondiale si avvererà è fin troppo facile prevedere un esodo in massa degli abitanti di Casalguidi verso il sinuoso circuito iridato ticinese, a inizio autunno; in testa a tutti, ovviamente, i genitori Claudio e Angela, lo zio di Francesco, Ugo Ginanni (che per primo lo ha messo su di una bici quando aveva 7 anni) e il sindaco di Serravalle Pistoiese Renzo Mochi, suo primo tifoso e non da oggi (è un hooligan quasi totalmente pacifico…). Ma come si può definire tecnicamente questo giovane emergente del ciclismo italiano?
«Senza dubbio mi reputo un buon corridore per le gare di un giorno e in futuro vorrei essere protagonista nelle classiche “storiche”, in Italia e all’estero; mi difendo bene sulle salite non troppo lunghe e grazie alla mia ottima volata sono abituato a vincere spesso; perciò ritengo di possedere delle buone credenziali per riuscire a sfondare nel difficile mondo del ciclismo di oggi».
Una bella soddisfazione è arrivata a fine anno con la conferma del successo nella classifica finale riservata ai Giovani e in quella a squadre della Coppa Italia di Ciclismo Professionistico, dove Ginanni ha preceduto parecchi talenti in crescita ma che non sembrano fargli troppa ombra, considerando il suo carattere combattivo e un po’ spavaldo. Infatti Francesco stima Vincenzo Nibali, ma non parla spesso di Giovanni Visconti; eppure il “Marine” ha vissuto per 4 anni in casa sua, quando arrivò dalla Sicilia per gareggiare da Allievo nella Milleluci-Giusti ed è stato anche suo compagno di squadra nel team dilettantistico Finauto-Neri diretto dalla premiata coppia Scinto & Citracca: solo una semplice dimenticanza? Fatto sta che Ginanni al suo primo anno da professionista è già riuscito a vincere tre volte, mentre l’ex-tricolore della Quick Step dovette attendere il secondo anno da Pro per rompere il ghiaccio. Nuove rivalità che nascono tra amici o ex-amici, in una zona che, almeno relativamente al ciclismo, sta diventando sempre più calda se si considera che nel raggio di 12 chilometri, tra Casalguidi, San Baronto e Mastromarco, abitano tre giovani assi emergenti come Ginanni, Visconti e Nibali. Forse sarà l’aria “bona”che si respira da queste parti.
Stefano Fiori
LA SCHEDA
Francesco Ginanni è nato a Pistoia il 6/10/1985 e risiede a Casalguidi con i genitori Claudio e Angela. Ha debuttato nel ciclismo grazie allo zio, Ugo Ginanni, nella categoria Giovanissimi G1 (all’età di 7 anni) con la Polisportiva Milleluci di Casalguidi per la quale ha militato fino alla categoria Allievi. Ha vinto una trentina di corse tra i Giovanissimi, 4 gare tra gli Esordienti (2 + 2), 5 tra gli Allievi (0 + 5), 9 tra gli Juniores con la Embassy Cargo (2 + 7) e 23 tra i dilettanti con la Finauto e il team Neri (0 + 1 + 7 + 15). Pro dal 2008 con la PVC-Diquigiovanni-Androni Giocattoli-Selle Italia, ha vinto 3 corse, le classifiche finali della Coppa Italia categoria Giovani e a Squadre e si è piazzato 2° nel GP di Larciano e nel GP di Istanbul in Turchia. Come direttori sportivi ha avuto nel corso degli anni Luigi Moncini, Piero Frosini, Carlo Viviani, Luca Scinto e Marco Bellini.
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