
Edizione numero 11 del convegno del centro ricerche Mapei Sport, che ogni anno raccoglie il meglio della ricerca scientifico-sportiva dell'hub della famiglia Squinzi e non solo. Tante le discipline affrontate, tanti gli aspetti approfonditi, nella sala congressi del Just Hotel tra Lomazzo e Como, alla presenza sia di addetti ai lavori che prestigiosi docenti universitari e studenti di Scienze Motorie. A loro è andato il saluto di benvenuto di Claudio Pecci, direttore sanitario del Centro, Veronica e Marco Squinzi che guidano l'azienda Mapei nel solco tracciato dal padre Giorgio, e di Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio di Varese che assegna insieme a Mapei l'assegno di ricerca da 10mila euro intitolato alla memoria del prof. Aldo Sassi e indirizzato a laureati in Scienze Motorie. "La missione del Centro è analizzare con spirito critico e competenza le nuove teorie per capire se abbiano fondamento o se sono solo mode - ha affermato il dott. Pecci - e contestualmente formare i ragazzi che hanno passione e coltivano curiosità, per proseguire di continuo questa missione e continuare a pedalare..."
Oltre che di questa metafora, che permea l'ambiente Mapei, il ciclismo è stato il primo protagonista in ordine cronologico, con Nicola Maffiuletti, direttore dello Human Performance Lab della clinica Schulthess a Zurigo, nonché consulente scientifico della Lidl Trek, squadra seguita direttamente dal Centro Mapei. Il tema: la Forza. Che può essere di tre tipo: massimale, esplosiva (che si allena col Velocity Based Training) e resistente, generalmente quella più associata al ciclismo poiché implica il mantenimento di una forza sub-massimale nel tempo. Invitando a non seguire pedissequamente le indicazioni che si trovano in abbondanza sui social media, il dott. Maffiuletti ha presentato dovizia di studi recenti nei quali si fa chiarezza sull'incidenza reale dell'allenamento sulla forza. Essa non è così rilevante nella prevenzione degli infortuni, anche perché la maggior parte delle cadute porta a fratture di spalle e clavicole che poco hanno a che fare con la forza quanto con la dinamica di caduta, inoltre non ha benefici particolari sulla VO2 Max. Moderatamente, invece, migliora la potenza alla soglia. Un impatto globalmente non eccelso, in sintesi, tanto che secondo gli studi realizzati quattro anni fa dal dott. Gabriele Gallo, oggi preparatore del vivaio Decathlon Ag2r, la forza rientra molto poco nella preparazione dei principali contendenti alla vittoria dei grandi giri. Quale utilità ha principalmente la forza, quindi, per chi pratica ciclismo? Innanzitutto è indicata per chi ha bisogno di sprigionare picchi di potenza sul breve, come i velocisti, inoltre è utile per rallentare l'invecchiamento, limitando il crollo della densità ossea che si verifica dopo i quarant'anni. Più che in ogni altro aspetto, infine, la forza è fondamentale nella riabilitazione dopo un periodo di disuso del corpo. Altro aspetto positivo della forza, contrariamente a quanto ritenuto da molti, è la totale mancanza negli atleti di alto livello di interferenza sull'endurance: allenare la forza non limita la resistenza. Anzi, più forza significa più economia di energie e ottimizzazione del flusso sanguigno! Un programma di allenamento sulla forza sul breve termine porta in genere un aumento del 30% dovuto in primis ad adattamenti neuronali. Bisogna comunque calibrare con estrema attenzione i carichi, per evitare i sovraccarichi, e vanno osservate con attenzione le nuove tendenze nell'allenamento della forza direttamente in bicicletta, senza pesi, promosso specialmente dalla cosiddetta scuola spagnola.
Di ottimizzazione ed economia nel consumo di ossigeno ha parlato anche Luca Mondazzi, il nutrizionista del Centro Mapei, in merito agli effetti significativi di una corretta assunzione di Omega-3. Dopodiché, in seguito al racconto del percorso "dalla sala operatoria al salto triplo di Parigi 2024" di una presente ed emozionatissima Ottavia Cestonaro, ad opera del prof. Giacomo Zanon e del responsabile del Training Department Mapei Federico Donghi, il ciclismo ha fatto per un attimo capolino nell'intervento sciistico di Matteo Artina, preparatore di Sofia Goggia ma anche di Mattia Casse, sciatore noto anche per la sua attività sempre più intensa in bici. Docente di Teoria e Metodologia del Movimento Umano all'università Cattolica, Artina ha sottolineato il crescente utilizzo della bicicletta in aggiunta alla corsa per preparare la resistenza.
In seguito a questa successione di relatori, moderata e scandita da Ermanno Rampinini e Andrea Morelli, responsabili rispettivamente di Human Performance Lab e Laboratorio Analisi Movimento del centro Mapei Sport, la ricercatrice della Cattolica Paola Vago, il ricercatore-capo di Mapei Sport Andrea Bosio e la co-proprietaria della Mapei (cugina di Veronica e Marco Squinzi) Simona Giorgetta hanno presentato il 10° assegno di ricerca, che avrà come tema "Allenamento in pista e fatica muscolare nello sci alpino" e il cui vincitore sarà svelato entro il 18 luglio. A proposito dell'indimenticato Aldo Sassi, è stato conferito un riconoscimento alla moglie Marina Marini e il commovente ricordo, con tanto di testimonianza video legata al Francesco Moser corridore, di Roberto Sassi, fratello del prof. Aldo e a sua volta preparatore di chiara fama nel calcio.
La mattinata si è appena conclusa con l'intervento di Mattia Frigerio, vincitore dello scorso assegno di ricerca Aldo Sassi, su asimmetrie e cambi di direzione nel calcio. Il convegno però non è finito: ci aspetta una tavola rotonda pomeridiana nella quale la giornalista Sky Sara Benci intervisterà otto personalità dello sport, tra cui un e una ciclista Lidl Trek, sul tema della riatletizzazione post-infortunio. Stay Tuned.
[FOTO Roberto Bettini]
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