INTERVISTA | 24/12/2024 | 08:08
di Giulia De Maio
Quest'anno ha realizzato il sogno che aveva fin da bambino, vestire una maglia di leader al Giro d'Italia. Per ora è quella bianca, che fa bella mostra di sé in un quadro sia nel suo appartamento a San Marino che nella grande casa di campagna dei genitori a Gavignano, al confine tra la Ciociaria e la bassa provincia romana, dove si trova per le feste. Il 20 dicembre Antonio Tiberi è rientrato da Altea, in Spagna, dove ritornerà il giorno dell'Epifania per continuare la preparazione con la Bahrain Victorious in vista della nuova stagione, che ruoterà attorno alla corsa rosa, di cui nel 2024 è risultato il miglior giovane, confermandosi la speranza italiana più fulgida che abbiamo per le corse a tappe.
Natale con...?
«I tuoi, rigorosamente. Per me le vacanze sono da trascorrere con le persone care quindi sono a Roma dai miei genitori con Chiara (la fidanzata, ndr) e la sua famiglia. Questo per me è il periodo più bello dell'anno perché è l'occasione per stare insieme a tutta la mia famiglia, zii e cugini compresi, che tra vari impegni di lavoro e il fatto che mi sia trasferito a San Marino non riesco a vedere mai. Ci divertiamo con i classici giochi da tavola, io non sono fortissimo mentre Chiara a monopoli è imbattibile».
Il piatto a cui non puoi rinunciare?
«Beh, la salsiccia con le lenticchie di mamma Nadia e i cannelloni di carne di nonna Maria. Prima di partire per il training camp a inizio dicembre sono passato a trovarla e stava già imbustando delle teglie. I preparativi erano già iniziati. La tradizione del centro-sud Italia prevede che si mangi tanto per tanti giorni di fila. Si comincia il 24 sera con il cenone della vigilia e a mezzanotte ci si scambia i regali. Il 25 con il pranzo si va lunghi e alla sera bisogna far fuori gli avanzi».
Qual è il regalo che più hai desiderato da bambino?
«La bici. Quando avevo 5 anni ho ricevuto una piccola mtb con le rotelline blu e rossa, i colori di Spiderman. A 8 ho iniziato a correre tra i giovanissimi della Anagni Cicli Nereggi. Ho creduto a Babbo Natale fino agli 11-12 anni, quando alla sera in cui appariva per portarci i doni ho riconosciuto la mano di mio zio con la fede. Mi è venuto il dubbio e ho iniziato a far domande».
Un augurio per te e per gli appassionati di ciclismo per il 2025?
«Auguro a tutti di trascorrere delle buone feste e poi di godersi una stagione ricca di soddisfazioni. Per quanto mi riguarda vorrei ripetere un Giro d'Italia sul livello di quello di quest'anno, anzi superiore, con in più una vittoria di tappa».
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