CORDOBA Ben oltre il traguardo c’è un signore in camicia bianca che, con le braccia appoggiate alle transenne, segue la corsa su un megaschermo. Non è un tifoso qualsiasi, è Mauro Gianetti, il grande capo della squadra più forte al mondo, la Uae.
Mauro, giovedì una tappa strana che complica il piano tattico di chi vuole vincere questa Vuelta. Concordi?
“É andato forte O’Connor. Io dopo la tappa ho sentito i nostri e mi hanno detto che più di così non si poteva fare. Ha tirato Soler, ha tirato Baroncini e perdevano. Cosa dovevamo fare? Doveva tirare Almeida? Noi chi potevamo far lavorare lo abbiamo fatto lavorare. Non ne avevamo altri. Bisogna fare solo i complimenti al vincitore. All’inizio probabilmente è stato sottovalutato, la Bora pensava allo scambio, lasciare la maglia di Roglic per prenderla con Lipowitz. Ma il tedesco è stato staccato. Gli è andata male”.
E adesso?
“Adesso sarà dura battere O’Connor. Noi siamo qui per cercare di vincere. Dobbiamo arrivare davanti sperando che lui si stacchi. Il risultato finale è più nelle sue gambe che in quelle dei suoi avversari”.
C’è una tappa che potrebbe essere chiave?
“L’ultima settimana c’è solo salita. Il discorso è che, come ti ripeto, la corsa l’ha in mano lui. Con quasi cinque minuti di vantaggio può gestirsi, in salita non è costretto a tenere duro con il rischio di saltare”.
Può vincere la Vuelta?
“Uno che fa due volte quarto nei grandi giri e che ha questo vantaggio, certo che può vincere. Perché no?”.
Soler ieri all’attacco ha avuto senso? O, prima di pensare alla rossa, meglio portare a casa una tappa?
“Ma no. È giusto che abbia anche il suo spazio. Ha fatto il Tour e sta facendo la Vuelta a disposizione della squadra, è giusto che se capita un’occasione provi a sfruttarla. Il minimo per un corridore come lui”.
Favorito secco per la maglia rossa?
“O’Connor. Tanti sono convinti che sia un corridore che incappa spesso in giornate negative dove sprofonda. I suoi risultati non dicono esattamente questo”.
Il finale è su Juan Ayuso, il corridore escluso dalla Vuelta e che molte voci danno in trattativa con altri team nonostante un contratto a lunga scadenza con il team emiratino.
“Lui mi ha chiamato e mi ha detto che vuole restare assolutamente. Che non ha nessuna intenzione di cambiare team, di non dare ascolto a eventuali voci. Che non è vero nulla”.
Ineos, Astana e qualche altra squadra evidentemente non esistono. Non fanno parte del ciclismo.