Il sorpasso, celebre pellicola del 1962, regia di Dino Risi. La scena è un cult: Gassmann viaggia con l’auto scoperta verso la Versilia con Jan Luis-Trentignant, vede un gruppo di lavoratori. Poi sanno tutti com’è andata.
Il sorpasso, parafrasando il film, è quello che l’Albania nelle ultime settimane sta operando nei confronti di Trieste e la Regione Friuli Venezia Giulia per accaparrarsi il prossimo 10 maggio la partenza del Giro d’Italia. Nulla è stato deciso, intendiamoci, ma stavolta davvero il dado sembra tratto e l’auto guidata dal premier albanese Edi Rama, operato il sorpasso, non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Sotto traccia fino a qualche settimane fa, la candidatura albanese si è rafforzata, come vi avevamo anticipato, anche per quella promessa fatta dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni proprio all’Albania: il Giro d’Italia, una delle carte migliori da giocare da parte del Belpaese nel mondo, per questo nominato in primavera ambasciatore dell’italianità, partirà presto dal paese balcanico. Il tutto per rafforzare il legame tra le due Nazioni, peraltro impegnate in questi mesi in un innovativo progetto di accoglienza e controllo dei flussi migratori, che porterà in un paio di mesi alla creazione di due hotspot per migranti da tremila persone oltre a 500 funzionari italiani presenti sul campo.
In questo contesto alla promessa del premier è seguita un’offerta economica da parte dell’Albania a Rcs, la società che organizza il Giro d’Italia, bella pesante. Si parla di quasi tre volte i sei milioni di euro messi sul piatto dal Fvg per ospitrare la partenza del Giro 2025, il 10 maggio, da Trieste, la successiva tappa transfrontaliera di Gorizia e la partenza di una terza frazione verso il Veneto. Un progetto per cui si è speso in prima persona il presiedente della Regione, Massimiliano Fedriga, con il portavoce Edoardo Pertizol oltre al project manager delle tappe friulaner Paolo Urbani solo un mese fa, al passaggio della corsa rosa a Nord Est, sembrava a un passo dal successo.
Adesso? L’aria è cambiata. Lo era già a Roma, il 26 maggio quando Urbano Cairo, il padrone del vapore a Rcs, ha premiato davanti al Colosseo il vincitore del Giro Tadej Pogacar con la premier Meloni. Detto di una evidente irritazione dei vertici del Fvg, già beffati tre anni fa quando all’ultimo momento l’arrivo del Giro 2023 a Trieste, dopo la tappa del Lussari, fu cancellato a vantaggio di un ritorno della carovana rosa a Roma, bisogna capire se, una volta ufficializzato il sorpasso, resterà perlomeno la disponibilità dell’ente itermedio di salvare, per il 2025, anno di Gorizia Nova Gorizia capitale europea della cultura, lo scenografico, e di grande impatto emotivo, arrivo a Piazza Transalpina, simbolo dell’Europa unita.
Una cosa è certa: Gassmann-Rama si prepara a suonare il clacson. Non in Versilia, ma sulle Rive di Trieste. Se la mitica Aurelia convertibile, supportata dalla politica e da un sacco di denari, non avrà un guasto, per lo start da Trieste se ne parlerà forse nel 2027. Se non arriveranno intanto i petrodollari degli Emirati ora congelati solo per la guerra in Israele.
dal Messaggero Veneto - foto da youtube