Ventunesima e ultima zampata. Stavolta è serale sia per gli orari della tappa sia perché Super Mario è stanco: «Ho fatto Abetone e Radici oggi», spiega.
Cipo siamo arrivati a Roma.
«Concentriamoci sullo sprint che non è stato ad armi pari perché Milan era a tutta da quasi 9 km. Ci siamo persi uno scontro faccia a faccia».
Dobbiamo essere intellettualmente onesti e non tifosi italiani. Il rientro della maglia ciclamino, per troppo tempo a ruota delle ammiraglie, non mi è piaciuto.
«Bravissimo. Però credo che se avesse vinto lo avrebbero squalificato. Troppo tempo in scia. È stato sfortunato a rompere la catena però credo che un rientro così non si possa fare».
Spiegami la volata.
«Sul pavè Milan è svantaggiato perché poco lineare. Sul pavé devi cercare di tenere la ruota sempre in trazione. Devi schiacciare la bici a terra».
Infatti Merlier fa la volata da seduto…
«Esatto. Milan con il suo modo di sprintare si crea un handicap».
Johnatan oggi ha corso con il monocorona. È stata una buona una scelta?
«Credo che sia una scelta del marketing. Non credo che un professionista abbia l’esigenza del monocorona. E, guarda caso, la rottura della catena è la dimostrazione che questa tendenza, questa scelta, non è il massimo. Sulle crono è un altro discorso, ma sulle gare su strada la monocorona è una forzatura che porta più problemi che vantaggi».