Teddy in trionfo, Teddy sulla bocca di tutti quanti. Ma Teddy è solo alla metà dell'opera. Il lavoro completo prevede doppietta Giro-Tour. Il che significa pesare per bene le valutazioni. Di sicuro, una è indiscutibile: Teddy può sognarsi di vincere il Tour come ha vinto il Giro. La festa finisce qui, in Francia (con inizio in Italia) dovrà rimettersi a lavorare duro. Dovrà scordarsi di fare il clown in corsa con i bambini. Dovrà sudare. Non sarà più un ballo in maschera, sarà una pesante battaglia per uscire dall'accerchiamento.
Tutto sta a vedere se Vingegaard ci sarà, ed eventualmente quale Vingegaard sarà. In ogni caso, ci sono gli altri, il vero Rotary mondiale che non fa sconti e che soprattutto non si chiuderà nella timida battaglia per il secondo posto. Là c'è gente che vuole il primo, meglio ancora battendo questo Teddy uscito dal Giro a questo modo.
Resta inteso che lo spettacolo salirà paurosamente di livello. Comunque vada. Che Teddy replichi e finisca il lavoro doppietta, che Teddy invece vada a sbattere contro gente più fresca e più concentrata sul Tour.
Per il momento, agli atti e alla storia passa un Giro stradominato, con irrisoria facilità, senza neppure consumarsi più di tanto, da un talento stratosferico. Per non dimenticare: Teddy non è solo questo, troppo superiore ad avversari oggettivamente limitati, è anche quello che ha vinto Strade Bianche e Liegi al modo che sappiamo. Ma sì, torniamo a dirlo fino alla noia, al modo dei Merckx. E già che ci sono provo per l'ultima volta a chiarire questo riferimento al mitologico Cannibale. Soltanto un idiota può fermarsi al paragone numerico: io non voglio essere compreso in questa cerchia, perchè so benissimo quanto ha vinto Merckx e quanto deve ancora vincere Teddy. Quindi, stucchevoli e ottusi risultano i continui confronti sul numero. Ciò che invece intendono quelli del mio partito è la straordinaria analogia del “modo”: in questo, scomodare Merckx non è azzardato, tanto meno offensivo. O idiota. Teddy ha la stessa fame, la stessa voracità, la stessa ossessione di vittoria che aveva il Supremo. E' della razza che vuole vincere tutto, che vuole vincere sempre. E che non fa i calcoli col bilancino prima di salire in bicicletta. Ha un solo risultato utile in testa, la vittoria. E quasi sempre se la va a prendere, nel modo spettacolare che sappiamo.
Pogacar scomoda Merckx perchè come nel gioco degli psicologi - le dico un nome, mi risponda subito con la prima cosa che le viene in mente – la prima cosa che viene in mente osservando le sue imprese è proprio quel nome: Merckx. I numeri, le statistiche, i curriculum ancora non c'entrano, anche perchè Teddy è solo all'inizio del viaggio. Punto. La questione si chiude qui. E che ognuno se la gratti come gli piace.
Prima di salutare tutti e ringraziare tutti, chi ama e chi odia, per il tempo dedicato alla lettura in questa bellissime settimane, vorrei consegnare anch'io un'inutile eppure molto simbolica maglia rosa. La maglia rosa dei lettori.
Premessa: la mia religione mi impedisce da sempre, dalla nascita di Internet, di leggere i commenti di chi si maschera dietro al nickname. So che il nickname è considerato dalla nuova civiltà il massimo della libertà, io sono incivile e lo considero il massimo della vigliaccheria. Prontissimo ad accettare critiche e polemiche, ma il punto di partenza è metterci la faccia, con nome e cognome. I giornalisti, bravi o incapaci, belli o brutti, lo fanno tutti i giorni. Sarebbe ora che lo facessero tutti, con il minimo sindacale di dignità e coraggio nell'esprimere le proprie idee. Opinione personale e la chiudo qui.
Piuttosto, l'altra sera la redazione mi ha girato un commento firmato con tanto di nome e cognome (mi illudo che siano veri). Un commento che più di tanti articoli, più di me, esprime in tutto e per tutto, per filo e per segno, cosa sia questo Giro di Teddy. E' un lettore che dimostra di aver colto il senso profondo della storia, piaccia o non piaccia la storia.
Così, concludo il mio Giro di Misfatti facendomi da parte e lasciando la scena al migliore. Questo il suo commento:
“Teddy, tutti di nuovo al bar”
25 maggio 2024 05:19 Mario Bibolini
Finalmente abbiamo di nuovo un Corridore che fa parlare di ciclismo. Siamo tornati di nuovo nei mitici anni 70, al bar non si parla d'altro. Chi è per Teddy come me e chi è contro (pochi). Lo amiamo perché come tutti i fuoriclasse ci fa vivere emozioni uniche, ci commuove, da lui ci aspettiamo sempre l'impresa che ci fa godere. Vai Teddy vola, noi siamo lì ad accompagnarti verso la gloria.