E' deprimente in un giorno simile partire da Beppe Conti, opinionista sul palco Rai, ma in fondo dà lì bisogna partire: “Non scomoderei ancora Eddy Merckx...”.
Fai una cosa Beppe, tu e quelli della tua corrente: non scomodarti e non scomodare nessuno. Resta lì, bello fermo, e concedi a noi che non capiamo un ciufolo di dire idiozie da incompetenti.
Io la vedo così: abbiamo qui un tizio che vince il Giro con una gamba sola, mette il podio dietro di 10 minuti senza infierire, si porta a casa sei tappe, l'ultima la ricama dopo aver annunciato lo show a mari e monti, tutti lo sapevano e nessuno ha potuto sabotargli i programmi gradassi, lui semplicemente corrisponde alle migliaia e migliaia di invitati con uno show d'alta classe, concedendosi una scaletta geniale, prima lottando a gesti dell'ombrello contro i tifosi idioti delle pacche e dei fumogeni, quindi in piena salita restituendo il dammi cinque a un bambinetto, quindi prendendo una borraccia dal massaggiatore per passarla subito al bimbo sull'altro lato della strada, quindi facendo i sorrisoni souvenir da Gardaland a favore di telecamera, infine scatenando la folla oceanica di Bassano come un trascinatore del karaoke.
Va bene Beppe, non scomodare Merckx, lascia che lo scomodi io. Non ho problemi. Quando ho cominciato a scomodarlo, molto prima di questo Giro, intravedendo lo stesso metodo devastante, mi sono preso valanghe di risate in faccia e di feroci anatemi. Come un bestemmiatore in chiesa. Ma non importa. Ciascuno dice la sua e io non mi sposto di una virgola: come metodo di gara, abbiamo un altro Eddy, meglio detto Teddy. Un ragazzo che potrebbe gestire al risparmio due terzi di Giro, ma che invece spadella show uno dietro l'altro, godendosi il momento e la sua bellissima età, svelando il vero motivo di questa voracità, proprio alla vigilia del Teddy-show del Grappa, su a Sappada: “Cerco di godermi più che posso il presente. Perchè poi, a fine carriera, so che tutto questo mi mancherà...”.
Innegabilmente è un modo che stupisce. Un modo sbalorditivo, persino eretico rispetto alla dottrina ortodossa del sistema. Certo non è il modo bacchettone e calcolatore che piace ai seppiati dell'ideologo Beppe Conti, quello che dalla prima tappa l'ha censurato con i suoi anatemi da Inquisizione, occhio, spreca troppo, deve frenare, deve farsi amici, rischia di logorare la squadra, insomma tutto l'esatto contrario di quello che il (vero) diesse di Teddy, Fabio Baldato, definisce in modo perfetto alla fine della tappa perfetta: “C'è poco da suggerirgli prudenza: è il suo stile”.
A ciascuno il suo Pogacar. Io mi tengo Teddy, il beppecontismo si tiene il suo “non scomoderei Merckx”. Libertà di pensiero, libertà di gusto. Piuttosto, chiuderei il Teddy-show esprimendo tutto il disappunto da italiano e da fidanzato del Giro: a Roma, nella cornice più bella d'Italia, questo Giro e questo vincitore non avranno il saluto del presidente Mattarella. Avrà i suoi buoni motivi, ma resta un vero peccato. Sa molto di Giro snobbato. Non ci vengano a dire che un Tajani o un Lollobrigida rimorchiati all'ultimo momento sono la stessa cosa. A questo punto, ci diano la Santanchè, così è chiaro il livello. Open to meraviglia, la meraviglia di vedere la manifestazione più popolare del Paese bellamente umiliata.