Tim MERLIER. 10 e lode. Volata condizionata dal colpo di genio di Tadej Pogacar, che nel finale mette tutti alla frusta e scompagina il lavoro di tutti i treni, che deragliano e tartagliano come pochi. Il lupo di Lefevere sceglie il lato di destra, vicino alle transenne, Milan il centro strada, in pieno vento. Tim non fa una volata telefonata, ma Jonathan paga allo scatto, anche solo per il colpo di reni. Per Tim ottava vittoria stagionale, 42a in carriera, seconda al Giro: dopo Novara, ecco Fossano.
Jonathan MILAN. 6. Il Generale Vannacci non c’entra, ma questo è davvero un Giro all’incontrario. I velocisti (manca solo Gaviria) che ad un certo punto prendono e se ne vanno in fuga quando al traguardo mancano 87 chilometri (i ventiquattro attaccanti ci restano fino ai – 42). E gli uomini di classifica che nel finale si inventano il colpo ad effetto che manda a carte quarantotto tutti i buoni intendimenti dei treni veloci. Jonathan è tra quelli che resta spiazzato e al vento, forse anche troppo, visto che sceglie il centro della strada, mentre Merlier fa la sua volata sul lato di destra, vicino alle transenne. Lo so, con il senno di poi siamo tutti bravi, ma qui c’è quel prima targato Pogacar che ha saputo ottundere le menti dei velocisti e non solo.
Biniam GIRMAY. 6. L’eritreo si butta nella mischia e ne esce frullato, come tutti.
Jenthe BIERMANS. 6,5. Il 28enne velocista belga del Team Arkea B&B porta a casa un piazzamento di assoluto prestigio. È quarto, ai piedi del podio, ma in piedi.
Fernando GAVIRIA. 5. Si fa sorprendere da tutti i velocisti del gruppo, e poi si fa sorprendere dalla volata finale. Sorprendente.
Alberto DAINESE. 5,5. Il 26enne padovano della Tudor prova la prima volata, ma non è buona. È lì, nella top ten, ma è ancora troppo poco per uno come lui.
Kaden GROVES. 4. Il 25enne australiano perde quasi subito il treno, più che il momento.
Caleb EWAN. 4. Generalmente il 29enne australiano del Team Jayco AlUla è tipo che vedi solo alla fine, quando ti sbuca di sotto al sellino, ma questa volta resta invisibile.
Tadej POGACAR. 8. Non ho la verità in tasca e non la voglio nemmeno possedere, ma io un corridore così lo vorrei avere anche nel cortile di casa mia, so che mi divertirebbe come pochi. So perfettamente che la grande famiglia del ciclismo è spaccata, in Pogisti e non Pogisti. Io sono un Pogista convinto, ma c’è chi non la pensa così, che considera l’azione di oggi nel finale non un colpo di classe, ma un colpo di testa. Una mancanza di rispetto verso i velocisti, che non hanno poi così tante occasioni. Sono punti di vista rispettabilissimi. Il dibattito è aperto. Con educazione, please.
Geraint THOMAS. 7,5. Tosto come pochi, reattivo come nessuno. Il SignorG c’è, eccome. Marca stretto il bimbo in rosa e non gli concede nulla, a costo di inseguirlo anche sotto la doccia. Immenso.
Davide BALLERINI. 6. Il 29enne canturino dell’Astana Qazaqstan Team dà vita alla fuga di giornata con il 31enne transalpino Lilian Calmejane (Intermarché - Wanty). Il gruppo, caduto in deliquio, trascina anche quei due nel torpore più assoluto. Anziché tra le braccia di Morfeo, Davide e Lilian tornano in gruppo tra gli sbadigli generali. Ah, anche voi qui?...
Eddie DUNBAR. 17. Lo scalatore irlandese della Jayco AlUla rimasto ferito ieri in una caduta nel finale di tappa, questa mattina è costretto a restare in albergo prima di tornare a casa. Brutto buco nel ginocchio. Brutto colpo per il team di Brent Copeland.