Questa è una storia bella che diventerà bellissima. Parla di un bimbo di 6 anni, Pasqualino, che sta affrontando una corsa piuttosto dura e faticosa, ma visto che dispone di ottime gambe, cuore e volontà, chiaramente riuscirà a raggiungere il traguardo. Al suo fianco i suoi due direttori sportivi, mamma Maria (il nome della mamma delle mamme) e papà Alfredo (come Binda e Martini, i papà di tutti i ciclisti). E poi c’è il “mental coach”, Gaetano Pecoraro, amico del ciclismo, uomo del fare che da anni riabilita bimbi alle prese con corse dure e massacranti. Ci mette il cuore Gaetano e qualcosa di più. Cuore e sorrisi, riarmonizzando respiri e pensieri.
C’è anche un procuratore di talenti, come Fabio Perego, che da sempre ha occhio a intercettare talenti, ma qui ci ha messo qualcosa di più. Quindi c’è il campione che non deve mai mancare, Gianni Bugno, il punto di riferimento, ma non di arrivo, anche perché questa è una storia solo all’inizio, che va ancora corsa e durerà una vita intera. E poi c’è una squadra, fatta di giovani piccoli talenti come Pasqualino, il Velo Club Sovico di Maurizio Canzi, che è pronto ad aggregarlo, non appena la gambetta di Pasqualino sarà un po’ più tonica.
Questa è una storia bella che diventerà bellissima, ma che ha avuto momenti di grande tensione. Alfredo e Maria ricevono la notizia della leucemia di Pasqualino 12 mesi fa. La fase intensiva della terapia dura di solito dai sei ai dodici mesi e questo delicato periodo è segnato da ricoveri ospedalieri programmati e non, ma soprattutto costellati da quel sentimento costante di paura: ce la farà Pasqualino a reggere il bombardamento della chemio?
Pasqualino è affetto da leucemia linfoblastica, uno dei tumori infantili più frequenti. Il trattamento dura due anni, perché in questo caso si aggiunge di conseguenza una terapia riabilitativa motoria e respiratoria di mantenimento, successivamente si susseguono i controlli ematici a intervalli ravvicinati, ma non mancheremo di tenervi informati sull’evoluzione di questa corsa.
Pasqualino ama la bici e sogna di poter un giorno spillarsi il numero sulla schiena e il suo desiderio costante è quello di divenire in un tempo non lontano corridore ciclista. Oggi è “in ritiro”, per una preparazione piuttosto esigente, che il bimbo sta sopportando da par suo: da vero campioncino. È ricoverato presso la Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, ospedale fondato da Padre Pio, seguito dall’equipe oncologica neonatale del “team manager” il Prof Angelo Luigi Vescovi e seguito da un direttore sportivo di grido, la dottoressa Raffaella De Santis.
Questa è una storia già bella che diventerà bellissima.