La cronometro che ieri ha dato il via ai Paesi Baschi ha visto la vittoria di Primoz Roglic nonostante l'errore di percorso e il quarto posto di Remco Evenepoel, che finito a terra, ha chiuso con un ritardo di 11 secondi dallo sloveno. Le immagini in una cronometro corrono sempre veloci, ma gli occhi attenti degli addetti ai lavori e degli appassionati, si sono fermati sui caschi che in gara hanno indossato Evenepoel e Roglic.
Entrambi hanno corso con il casco della Specialized, ma Evenepoel non aveva più la famosa calza bandita dall’UCI, mentre Roglic ha continuato ad indossarla. Dobbiamo fare un passo indietro per spiegare meglio quanto accaduto e tornare al 5 marzo, quando l’UCI, applicando l'articolo 1.3.033 del proprio regolamento, vietava l'uso di componenti 'non essenziali'. Pertanto la famosa calza che nulla aveva a che fare con questioni legate alla sicurezza, doveva sparire dalla testa dei corridori. A partire da oggi 2 aprile è iniziato il divieto della calza, ma nella cronometro di ieri la Soudal-Quick Step ha deciso di allinearsi subito alla nuova normativa UCI, mentre la Bora-Hansgrohe ha deciso di utilizzare le calze fino all’ultimo giorno consentito. Infatti proprio Roglic in conferenza stampa aveva detto che lui e la sua squadra le avrebbero utilizzate.
Allora c’è da chiedersi: perché due scelte così diverse? Il motivo è molto semplice e anche un po’ particolare, perché in casa Soudal-Quick Step, tutti compreso anche Lefevere, erano convinti che il divieto partisse dal 1 aprile, quindi includendo il giorno della cronometro ai Paesi Baschi. A conferma di questo c’è l’articolo della rubrica Column su Het Nieuwsblad di Lefevere uscito sabato, dove per l’appunto dice che non useranno le calze dal primo aprile e poi ci sono le dichiarazioni di Evenepoel a fine gara. «Non lo abbiamo usato perché sapevamo che non potevamo più usarlo – ha detto Remco riguardo la calza da mettere sotto il casco - Quelli della Bora-hansgrohe l'hanno usata. Il sito dell'UCI adesso dice che è vietata dal 2 aprile? Noi abbiamo ricevuto un'e-mail che confermava il divieto a partire dal 1 aprile. Alla Parigi-Nizza avevano già detto che sarebbe stata l'ultima volta che ci sarebbe stato permesso di usarla, ma forse non lo sanno bene neanche loro».
Il campione della Soudal – Quick Step, riguardo l’uso della calza in gara, ha voluto anche sottolineare che non c’è stato nessun vantaggio per Roglic, e che gli 11 secondi di ritardo erano dovuti esclusivamente alla caduta.
«Alla fine credo di essere rimasto fermo per tredici secondi circa. Quindi dobbiamo aggiungere anche altri secondi per riprendere il giusto ritmo di gara e così a conti fatti ho perso almeno 20 secondi. Tenendo conto di questo, allora posso dire che se non fossi caduto avrei finito davanti a Roglic. A posteriori è sempre facile dirlo e alla fine, posso solo dire che non sarei dovuto cadere».
Il campione del mondo a cronometro non è infastidito solo dalla questione delle calze, ma anche da un richiamo che hanno ricevuto dall’UCI prima della gara e che riguarda la posizione delle radioline. «Cominciano a pensare a ogni genere di cose – ha detto il belga alla stampa riferendosi all’UCI -: questa mattina sono venuti due ore prima della partenza a dire che le radio andrebbero rimesse sulla schiena, perché come le mettiamo adesso darebbero un vantaggio aerodinamico».