In partenza con il volo charter di ASO direzione AlUla troviamo Andrea Pasqualon che dall’Arabia Saudita comincerà la sua 14esima stagione tra i professionisti, la seconda in maglia Bahrain Victorious. Classe 1988 e ottimo velocista-pesce pilota, Pasqualon guarda a questa stagione con grandi ambizioni.
Come stai? Come hai passato l’off season?
«Bene, sto proprio bene. È uno degli anni in cui sto meglio, ho passato l’inverno senza ammalarmi ed è già un successo. Non vedo l’ora di attaccare il numero sulla schiena all’AlUla Tour per poi proseguire con il resto della stagione. Ho staccato un paio di settimane e sono andato alle Seychelles, per il resto ne ho approfittato per fare qualche giro in mtb, camminate e una volta arrivata la neve sono andato a sciare. Lo sci è da sempre una mia grande passione».
Alpinismo, discesa o fondo?
«Tutti e tre. Lo sci d’alpinismo è anche un’ottima alternativa agli allenamenti in inverno in termini di preparazione in cui è possibile fare un bel lavoro di cardio, infatti quando ci sono brutte giornate preferisco allenarmi all’aria aperta rispetto allo stare chiuso in casa sui rulli».
Com’è andata la preparazione invernale?
«I ritiri sono andati bene, ne abbiamo fatti due: uno a dicembre ed uno a gennaio entrambi di circa dodici giorni. A dicembre è stato un ritiro improntato a conoscere la squadra e i nuovi compagni, a gennaio invece abbiamo spinto parecchio e fatto dei lavori specifici. Siamo stati fortunati perché abbiamo sempre trovato bel tempo e quindi siamo riusciti a svolgere tutto il programma che ci eravamo prefissati».
Che aria si respira in squadra?
«C’è un clima sereno, siamo un bel gruppo. Tra di noi italiani (Zambanini, Tiberi e Caruso ndr) abbiamo legato molto e siamo affiatati. Parliamo tanto e non solo di ciclismo, si è quindi creato un bel rapporto che va al di la della bici».
Con chi hai legato maggiormente?
«Tiberi è un ragazzo che mi piace molto, è esuberante ma molto intelligente. Sa quello che deve fare e lo fa, è un ragazzo su cui Bahrain punterà tantissimo soprattutto in ottica Giro d’Italia per provare a fare classifica. Andremo al Giro con un team forte e sono certo che Antonio potrà raccogliere qualcosa di davvero importante».
Questo è il tuo secondo anno alla Bahrain. Qual è il bilancio della passata stagione?
«Direi un bilancio positivo, ho dato il meglio di me e ho aiutato i giovani. Uno su tutti Jonathan Milan che è un ragazzo con cui durante la passata stagione ho legato tantissimo. Il Giro poi, con la maglia ciclamino, è stata la ciliegina sulla torta».
Quest’anno non ci sarà più Milan che era il vostro velocista di riferimento. Verrà meno il ruolo di apripista e quindi avrai più carta bianca per le volate?
«Mi è stato affiancato Dusan Rajovic che è un giovane molto forte e quindi cercherò di aiutarlo, ma sicuramente avrò qualche chance per provare a centrare qualche successo personale. Alle volate prediligo gli arrivi con un gruppo ristretto, magari con un leggero strappo».
Sei un ottimo velocista e pesce pilota. Qual è il segreto nel saper portare il proprio capitano sino agli ultimi metri?
«E’ solamente esperienza. Negli anni ho disputato tante volate e tirate altrettante. E’ poi una questione di colpo d’occhio e quindi nel saper portare il proprio capitano al posto giusto nel mondo giusto. Il pesce pilota è l’uomo d’esperienza e con grande responsabilità che deve riuscire a far combaciare tutto nel migliore dei modi».
L’AlUla Tour è la tua prima corsa di questa stagione. Quali sono le aspettative? E a che punto pensi di essere con la condizione?
«Durante l’ultimo ritiro abbiamo fatto delle prove di race simulation e ho una condizione molto buona. In volata, grazie a dei lavori specifici, sono cresciuto tanto e sono riuscito ad acquisire anche maggior potenza. Abbiamo lavorato tanto in palestra e si vedono i risultati. Mi sento bene, all’AlUla Tour poi avrò le giuste risposte e vedrò quella che realmente sarà la mia condizione in corsa».
Quali saranno gli obiettivi della squadra?
«Ci presentiamo con una formazione forte , possiamo puntare sia ad un podio nella generale sia a qualche vittoria di tappa».
Quale sarà quindi il tuo ruolo?
«Sarò apripista per Rajovic e darò una mano a Wright che è l’uomo designato per la classifica generale».
Anche lo scorso anno hai preso parte a questa corsa svolgendo un egregio lavoro per Jonathan Milan che è riuscito a trionfare nella seconda frazione. Che corsa è? Quali sono le insidie?
«E’ una bellissima corsa e molto aperta. Non è detto che sia uno scalatore a vincere la corsa, nonostante l’ultima frazione con lo strappo finale farà una selezione improntate. Il vento è una delle insidie maggiori, soprattutto quello laterale che proviene dal deserto, e li gli scalatori saranno messi a dura prova. In ottica generale vedo più un passista veloce che riesca a difendersi bene in salita».
Dopo l’AlUla Tour quale sarà il tuo programma di corse per la prima parte di stagione?
«Vado a Gran Canaria per fare un altro ritiro al caldo e lì preparerò le Classiche del Nord che sono il primo grande obiettivo di questa stagione. Farò quindi Omloop e Kuurne, poi rientro in Italia per essere al via di Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo e successivamente inizia il periodo d’oro in Belgio con corse come la E3, Fiandre e Roubaix dove sarò di supporto a Matej Mohoric che sarà il nostro capitano».
Quest’anno sei in scadenza di contratto. In un ciclismo che vede i giovani protagonisti, tu dopo 36 primavere, a che punto pensi di essere con la tua carriera?
«Ho iniziato a correre tardi e mi sto scoprendo anno dopo anno. Il mio ruolo all’interno di una squadra è importante e riesco ancora a svolgere nel migliore dei modi. C’è un rapporto di grande fiducia tra me e il team e questo ci permette di lavorare bene e in serenità. Il mio obiettivo è quello di riuscire a firmare un contratto, magari proprio con Bahrain, per almeno altri due anni. Mi sento forte e competitivo e non mi sento ancora a fine carriera, ma so che a questo sport posso ancora dare tanto».
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