L’edizione numero 111 del Tour de France avrà un sapore unico, che in parte trova ispirazione in una frase celebre di Giuseppe Garibaldi: «Sono di Nizza, quindi ne’ italiano ne’ francese». Il padre dell’Unità italiana, che aveva combattuto anche nelle file dell’esercito francese durante la guerra del 1870, sarà in parte il collante per questa Grande Boucle, che con partenza da Firenze attraversando Toscana, Emilia Romagna e Piemonte, porterà la corsa gialla in Francia.
La prima frazione, il 29 giugno sarà di 206 km da Firenze a Rimini, si proseguirà poi con i 200 km da Cesenatico a Bologna. La terza giornata porterà il gruppo in Piemonte, attraverso la tappa più lunga della Grande Boucle, da Piacenza a Torino per un totale di 229 km. Il Belpaese saluterà la corsa gialla il 2 luglio quando il plotone partendo da Pnerolo percorrendo 138 km attraverserà il confine arrivando a Valloire, dopo aver scalato il Galibier.
Tutto comincerà dall’Italia, dalla Toscana e da Firenze e per la prima volta lail Tour de France toccherà la città natale di Gino Bartali. Ma Firenze ha un legame antico sia con la Francia che con il ciclismo. Il capoluogo toscano è stato capitale del dipartimento francese dell’Arno in epoca napoleonica, tra il 1808 e il 1814 e poi c’è Leonardo da Vinci, che oltre ad aver avuto un ruolo significativo nella storia della città è probabilmente l’inventore della bici. Firenze è stata città di arrivo nel 1909 di una tappa del primo Giro d’Italia e nella storia più recente è stata sede Campionati del Mondo nel 2013, quando la maglia iridata venne conquistata da Rui Costa nella prova su strada e da Tony Martin a cronometro. E’ proprio sulle strade toscane che un giovanissimo Mathieu Van der Poel ha battuto Mads Pedersen nella sfida iridata della categoria junior. Si parte dalla Toscana ma l’arrivo sarà a Rimini, città natale di Federico Fellini, l’indimenticabile regista de La Dolce Vita. Rimini ha ospitato nove arrivi del Giro dal 1932 e tra i corridori che per primi hanno tagliato il traguardo in questa città ci sono il belga Rik Van Looy nel 1959 e Arnaud Démare nel 2020, quando concluse il Giro con la maglia a punti ciclamino e quattro vittorie di tappa.
Firenze e l'Emilia-Romagna sono fisicamente collegate dalle montagne e questa prima tappa non regalerà nulla al gruppo: per poter arrivare a conquistare la prima maglia gialla della corsa si dovranno fare i conti con il Valico dei Tre Faggi, il Barbotto e il San Leo, prima di tagliare il traguardo di Rimini.Un atappa unica, che chilometro dopo chilometro, ripercorrerà le imprese di tre campioni del Tour de France: Gino Bartali, Gastone Nencini e Marco Pantani.
La seconda frazione di 200 km, sarà dedicata a Marco Pantani, il Pirata che ha fatto battere il cuore forte a milioni di italiani che ammiravano le sue imprese in salita. Il passaggio attraverso l'Emilia-Romagna è abbastanza semplice all'inizio poiché porterà il gruppo a Imola e al suo famoso circuito automobilistico. La parte finale della tappa, sarà caratterizzata dalla salita al Santuario di San Luca (1,9 km al 10,6%), tradizionale finale del Giro dell'Emilia, ma che abbiamo visto anche nella corsa rosa, che verrà affrontato due volte negli ultimi 40 km e sarà un ottimo trampolini per quei corridori da Classica che vorranno attaccare.
La terza frazione con i suoi 229 km da Piacenza arriverà a Torino e, come abbiamo detto, sarà la più lunga di tutta la corsa gialla e vedrà primeggiare i velocisti. Sarà questa la giornata in cui il Tour de France renderà omaggio a Fausto Coppi, attraversando Tortona, città dove il Campionissimo morì il 2 gennaio del 1960 dopo aver contratto la malaria in Africa. Mentre il gruppo saluterà le terre di Coppi, le squadre dei velocisti si saranno già organizzate per l’arrivo a Torino, città che ha ospitato tre arrivi del Tour nel 1956, 1961 e 1966, nonché una partenza di tappa nel 1996.
La quarta frazione avrà solo la partenza dall’Italia e ancora una volta sarà il nome di Fausto Coppi a riecheggiare sulle strade piemontesi che porteranno il gruppo in Francia. Da Pinerolo si arriverà a Valloire, con una frazione breve di 138 km, ma terrificante e la classifica generale, già in questa giornata potrebbe delinearsi. Il plotone dovrà faticare perché si scaleranno Sestriere, Monginevro e Galibier.
Il Tour de France saluterà l'Italia al termine di una lunga salita che arriverà al Sestriere dove Coppi trionfò nel 1952, confine successivamente raggiunto con il Monginevro. Quindi, dopo aver scalato il col Lautaret, i corridori affronteranno il Galibier con i suoi 2.642 metri. Questa sarà la prima occasione di sfida per gli uomini di classifica. Fausto Coppi sarà il simbolo della città di partenza, perché a Pinerolo vinse na tappa leggendaria che si rivelò decisiva per la vittoria su Gino Bartali al Giro del 1949. Bisogna anche ricordare che Pinerolo è stata anche l'ultima località italiana ad ospitare una tappa del Tour de France nel 2011.
Il traguardo sarà a Valloire dove si ricorda una straordinaria vittoria di Eddy Merckx nel 1972 e, nel 2019, Nairo Quintana conquistò questo traguardo al termine di una lunga fuga solitaria.
L’Italia sarà protagonista della Grande Boucle per alcuni giorni e sarà allora che torneranno le immagini dei nostri campioni, che a colpi di pedale hanno scritto meravigliose pagine nella storia dello sport.
Il primo campione italiano al Tour de France è stato Ottavio Bottecchia, il primo corridore a indossare la Maglia Gialla dall'inizio alla fine della corsa. Il veneto, noto anche con l’appellativo di Muratore del Friuli, conquistò la corsa gialla nel 1924 e nel 1925.
Arriverà dopo il toscano Gino Bartali che nel 1938 conquistò il suo primo Tour de France ed è anche l’unico che a distanza di 10 anni ha ottenuto una seconda vittoria alla corsa francese. Bartali nel 1948 divenne il mito di un popolo ancora sofferente per la Grande Guerra e i suoi successi, aiutarono l’Italia a guardare il futuro con maggiore ottimismo.
Tre anni dopo, è ancora l’Italia a primeggiare alla corsa gialla e questa volta attraverso un duello straordinario tra Gino Bartali e Fausto Coppi, dove l’Airone di Castellania nel 1949 ottenne la vittoria finale con la maglia della Bianchi. Per Coppi il secondo successo alla corsa francese è arrivato nel 1952.
E’ poi la volta di Gastone Nencini, soprannominato il Leone del Mugello, che conquistò la Grande Boucle nel 1960 e nelle sue 4 partecipazioni alla corsa francese si è aggiudicato tre vittorie di tappa, una maglia a pois e ha avuto la maglia gialla sulle spalle per un totale di 12 giorni.
Il bergamasco Felice Gimondi nel 1965 ha partecipato per la prima volta al Tour de France e proprio in quell’anno ha ottenuto la vittoria finale, garantendosi il vantaggio perfetto durante la cronometro da Aix-les-Bains al Mont Revard. Si arriva poi agli anni di Marco Pantani, il miglior giovane corridore delle edizioni 1994 e 1995 del Tour, ma il successo per lui arrivò nel 1998 dopo essere salito già due volte sul podio finale. Pantani divenne il simbolo della montagna e ancora oggi viene identificato come uno dei migliori scalatori di sempre.
Vincenzo Nibali è stato l'ultimo campione italiano a conquistare il Tour de France. Era il 2014 quando il messinese ha imposto la sua supremazia sulla corsa gialla. In quella edizione della corsa, il siciliano dopo essere stato offensivo fin dall'inizio, dimostrò di essere non solo straordinario in salita, ma anche di avere incredibili qualità in discesa. L’Italia 10 anni dopo il Tour di Nibali sarà ancora protagonista e tutti gli appassionati nostrani, sperano nella vittoria di un azzurro sulle strade della corsa gialla, affinchè sia possibile rivivere le emozioni di una vittoria nella corsa più importante del mondo.