Caro direttore, ti scrivo dopo un po’ di silenzio perché non riesco più ad assistere passivamente all’attuale attività della nuova gestione della Federazione ciclistica.
Però gli eventi - non solo sportivi ma di cronaca - mi spingono a esporre a te (e se vorrai, ai tuoi lettori) alcune riflessioni che mi hanno accompagnato nella mia attività e che a suo tempo avevo segnalato (ahimé senza riscontri) alla Federazione medesima.
Nel corso del mio essere presente a lungo nell’attività ciclistica ho affrontato e approfondito alcuni aspetti normativi che riguardano l’uso della bicicletta. Sia da semplice utente della bicicletta, sia da incallito amatore delle passeggiate (sempre in bici) e specialmente per aver fatto parte della “Commissione di Esami per le Scorte Tecniche presso il Compartimento Lazio della Polstrada in rappresentanza del CONI (questo incarico mi rende particolarmente orgoglioso) credo di aver maturato un indiscutibile bagaglio di esperienze che non voglio tenere per me.
Considerazione che tutti devono sapere: sono state ignorate e accantonate tutte le richieste e le raccomandazioni inoltrate ufficialmente attraverso la Commissione Direttori di Gara e di Organizzazione su alcuni aspetti pratici che si presentano ogni volta che si organizza un evento.
Qui desidero segnalare alcuni argomenti sulla base del prospettato intervento governativo per la modifica del Codice della Strada a seguito di vari episodi che effettivamente lo richiedono.
Innanzitutto il problema della sicurezza per chi va in bici - o in gara o per trasporto o per diletto - richiede una particolare attenzione: è necessario far capire a chi usa la bicicletta che nel traffico l’elemento più esposto e più debole è esso stesso. Occorre richiamare l’attenzione a responsabilizzare se stessi e quindi evitare comportamenti che possano accentuare questa debolezza.
Ti risparmio l’elenco di quelle “imprudenze” che accompagnano chi va in bicicletta e lo espongono a rischi che si aggiungono soprattutto al comportamento degli altri utenti delle strada con i quali debbono confrontarsi.
Naturalmente questa è una considerazione doverosa che mi porta a sollevare alcune osservazioni per quello che avviene in generale sulle nostre strade e per come molti amministratori locali hanno cercato di gestirlo.
Mi limito a segnalare che già suo tempo avevo rappresentato alla Federazione Ciclistica la necessità di intervenire in via istituzionale, attraverso il CONI, affinché venissero apportate delle modifiche al Codice della Strada e soprattutto che venisse intrapresa una campagna informativa in senso generale per educare tutti gli utenti della strada. Il conseguimento della patente è, oggi, come esser promossi a scuola attraverso un esame a quiz. Ma l’educazione nel vero senso della parola viene dall’esperienza e soprattutto nell’esaminare pubblicamente gli aspetti che emergono dagli incidenti che avvengono.
La televisione dedica spazi ad argomenti di “pubblica utilità” fra i quali non compare mai il problema del traffico e non viene fatto alcun tentativo per completare la teorica preparazione delle autoscuole con un rapporto informativo pratico sui comportamenti da tenere quando si guida e si viene a contatto con chi va in bici.
Mi piacerebbe sapere che qualcuno raccomandi di avere attenzione quando si sorpassa un ciclista; di passare un po’ al largo e soprattutto di regolare la velocità per evitare le conseguenze di colpi di vento.
Per contro, vorrei che i ciclisti, soprattutto quando escono in gruppo, agevolassero il sorpasso da parte dei veicoli mantenendo la fila indiana e non viaggiando uno accanto all’altro, magari per conversare. Mi piacerebbe che sia l’automobilista sia il ciclista evitassero di mandarsi a quel paese.
Ma tutto questo, a parte la base educativa familiare e sociale, dovrebbe essere sottolineato da chi fa informazione pubblica e si preoccupa spesso solo del sesso degli angeli.
I prodotti di telefilm e serie varie affrontano tanti momenti della vita quotidiana e rappresentano situazioni che coinvolgono tutti: operatori e tutori dell’ordine pubblico e/o della pubblica sanità.
Nessuno di questi, però, affronta le problematiche del traffico stradale e dell’attività di coloro che subiscono le conseguenze dell’indisciplina, dell’impreparazione o quant’altro si verifichi quotidianamente: la cronaca è straripante.
In conclusione, auspico che ci siano momenti, nei vari palinsesti televisivi, in cui si spieghi perché questi fatti succedono e come comportarsi di conseguenza.
Grazie per la tua attenzione
Franco Costantino
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